Per chi non l’avesse ancora capito, la “pacchia” che per tanti anni ha goduto l’ex Ente lirico, poi Fondazione Arena, è finita per sempre. I sindacati possono urlare e dare aria ai denti quanto vogliono. Il piano di risanamento che il commissario Fuortes gli ha presentato è l’unica strada percorribile. Da aggiungere che se nei decenni passati non ci fossero state gestioni folli, forse oggi la Fondazione Arena non sarebbe nelle condizioni in cui si trova. La proposta di Fuortes è reale, concreta e innovativa e soprattutto può dare accesso alla Fondazione alla legge Bray. Verrebbero risparmiati alcuni milioni e l’“Arena” diventerebbe un’impresa a tutti gli effetti, non più un pozzo senza fondo. Per farlo due mesi all’anno di chiusura, via il corpo di ballo e contratti part-time. Pagamenti degli integrativi solo al raggiungimento del pareggio di bilancio. Per il regno del bengodi che è stata la Fondazione, è una cura molto dimagrante. Ripetiamo che rimane l’unica strada percorribile nelle condizioni in cui oggi si trova. Insomma o si mangia questa minestra o si salta la minestra.