“Gli agricoltori di Zimella, Cologna Veneta, Pressana e Roveredo di Guà più volte hanno manifestato, negli anni, la propria preoccupazione per la precarietà in cui versano gli argini del fiume Guà, soprattutto in occasione di importati piene”, sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente provinciale di Cia – Agricoltori italiani -.
“Era dunque una questione di tempo per capire quando e dove avrebbe ceduto”. La rottura è avvenuta sull’argine destro, inondando le campagne dei Comuni di Zimella e Cologna Veneta.
Rottura degli argini del fiume Guà
La situazione che è stata riportata alla quasi normalità nelle ultime ore, fermo restando le conseguenze che, si spera, siano contenute, per l’asfissia che la permanenza d’acqua può avere provocato alle colture. Gli argini del fiume Guà sono alti dai sette ai dieci metri e si caratterizzano per una base molto stretta che, alla sommità, raggiunge soltanto i quattro metri di larghezza.
“Già nel 2010 – spiega il presidente -, in occasione dell’alluvione che inondò Soave e Monteforte d’Alpone, l’acqua del fiume Guà arrivò nel Colognese ad un metro dalla sommità degli argini. Si tratta di argini costruiti all’inizio del secolo scorso con terre di riporto, senza l’utilizzo di materiali consolidanti. Salvo qualche intervento, il più recente nell’abitato di Zimella, sono rimasti come all’epoca della costruzione”.
Oggi gli argini si trovano a fare i conti con le continue sollecitazioni a cui sono stati sottoposti nell’ultimo secolo e una palese insufficiente manutenzione con alberi che crescono all’interno dell’alveo e l’azione destabilizzante degli animali selvatici. Oggi evidenziano tutta la loro fragilità.
Non attendere oltre: intervento urgente
“Non risulta che all’interno del Piano regionale di ripresa e resilienza, per la parte che riguarda il rischio alluvione e idrologico, siano stati redatti progetti per una successiva approvazione inerenti le opere di consolidamento degli argini. E’ necessario non attendere oltre: va individuato quale priorità da parte del Genio Civile e della Regione Veneto un intervento radicale, anche se molto costoso, di manutenzione straordinaria degli argini per il loro consolidamento”.