PD e LISTA TOSI, che hanno adottato lo stesso modulo, hanno raggiunto 1.300 sottoscrizioni (circa 650 a testa) , ma mancano ancora da raccogliere tutti i moduli distribuiti presso i negozi del quartiere che si sentono particolarmente minacciati da questo progetto, dunque la cifra è destinata a salire ulteriormente. Le firme verranno protocollate in Comune e presentate al Consiglio comunale nel giorno in cui la giunta porterà in aula la dichiarazione di pubblica utilità. Se e quando ciò avverrà, s’intende: con lo slittamento del termine ultimo per la votazione della pubblica utilità, passato dall’8 agosto ad una data indefinita del mese di settembre, è già la quarta o quinta retromarcia a cui si assiste. “La prima”, dicono Federico Benini capogruppo PD, Sergio Carollo, Riccardo Olivieri e l’ex sindaco Flavio Tosi, “è stata data dall’assemblea pubblica che il sindaco aveva promesso di tenere “non oltre il mese di giugno”. Mai convocata, E’ già la seconda volta che Sboarina si rimangia l’impegno di confrontarsi con il quartiere, spesso nascondendosi dietro agli impegni dell’imprenditore Esparza. Ma per quanto svolga un ruolo importante nel progetto, l’investitore non è tenuto a rendere conto alla città, mentre il Sindaco sì, tanto più che il progetto non era nel suo programma elettorale. La terza retromarcia – aggiungono – è quella dell’assessore Rando, che con il passaggio da Verona Domani alla Lega da critico è diventato favorevole al progetto. Potenza della poltrona. Una quarta retromarcia è data dalla confusione imperante in casa della Lega, dove c’è un’anima popolar-populista che vorrebbe tener conto del malumore della gente, e un’altra anima più istituzionale-politicante che vuole restare fedele al sindaco con dei piccoli distinguo. Come Zavarise, che non a caso, forse, è appena stato nominato assessore”. In tutto questo balletto non c’è nessuno, che tenga in seria considerazione le criticità che il progetto pone al quartiere. Tra nuove aree commerciali, alberghi, fabbisogno di parcheggi, i residenti dello Stadio rischiano di vedere precipitare la vivibilità del proprio quartiere. Sono state pertanto unite le forze per ribadire il “no” a un progetto inutile per il quartiere dello Stadio oltre che costosissimo. (stiamo parlando di un costo che supera di quattro volte quello dell’Udinese.