Fine vita, si vota tra dubbi e proteste Zaia: non autorizziamo un bel niente. Ma il Centrodestra si divide

LUCA ZAIA REGIONE VENETO

“Oggi non autorizziamo un bel niente. Al di là di quello che si è detto a livello nazionale, discutiamo un progetto che introduce dei tempi e il ruolo della sanità”. Lo ha detto stamani a Venezia il presidente del Veneto, Luca Zaia, nel corso della discussione in Consiglio regionale sulla proposta di legge popolare sul fine vita. Tutto questo mentre all’esterno andava in scena la protesta. “Al momento – ha ricordato Zaia -, abbiamo cinque richieste rigettate e due accolte, una delle quali non per un malato terminale, ma per una condizione particolare, quella di Stefano Gheller”, ha ricordato.
Il tema, lo ricordiamo, sta dividendo il centrodestra. Il leghista Andrea Ostellari sottolinea come «Lo Stato non deve aiutare a morire, ma a vivere nelle migliori condizioni possibili». Per Ostellari, che si è detto «contro l’accanimento e contro l’eutanasia», serve un limite. «Altrimenti il rischio – continua – è che in Italia accada quello che sta accadendo in altri Paesi» come ad esempio «in Canada – precisa – dove pensano all’eutanasia per tossicodipendenti».
Da Forza Nuova è partito anche un ironico attacco al presidente Zaia. “Dopo il centro per il cambio sesso – si legge in una nota – ora Zaia si schiera per il suicidioassistito a conferma della policy cerchiobottista della #Lega che da 30 anni predica bene e razzola male. Nemmeno il PD osa tanto”.
Al sottosegretario leghista aveva replicato l’associazione Luca Coscioni che ha promosso la legge regionale. La sentenza della Corte costituzionale, aveva detto Filomena Gallo, Segretaria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e Avvocato cassazionista, non si limita a dichiarare la non punibilità dell’aiuto al suicidio in presenza di determinate condizioni di malattia, ma individua anche una procedura per la loro verifica: “sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Flavio Tosi nella sua veste di coordinatore Regionale Veneto Forza Italia per spiegare la contrarietà del partito azzurro alla legge d’iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito.
Per Tosi “la questione deve essere affrontata a livello nazionale e non certo regionale. Di fatto questa procedura sanitaria, in determinate condizioni di sofferenza e con una prognosi infausta, accertate dai preposti comitati etici delle aziende ospedaliere, è già garantita da una sentenza della Corte Costituzionale; ci sono stati casi anche in Veneto. La legge d’iniziativa popolare all’esame del Consiglio regionale veneto inciderebbe sui tempi della prassi prevista ed obbligherebbe ad erogare la cosiddetta dolce morte: questo vorrebbe Luca Zaia, assicurare il fine vita e organizzarlo in tempi più rapidi delle altre Regioni. Noi riteniamo questo un colossale errore, con conseguenze anche etiche drammatiche: si creerebbe infatti una sorta di migrazione della sofferenza da una parte all’altra del Paese, verso i luoghi che garantiscono maggiore rapidità nella procedura”.
Mentre scriviamo il dibattito va avanti a Palazzo Ferro Fini. Da segnalare un certo malcontento da parte degli assessori perchè il regolamento prevede che possano parlare solo su materie di competenza.
Il voto è atteso per le ore 19.