Parte in queste ore la convocazione della Direzione provinciale del Pd veronese che lunedì 5 febbraio, dalle 18.30 alle 23, in un luogo in via di definizione, esaminerà come primo punto all’ordine del giorno la vicenda della proposta di legge regionale sul fine vita.
Al secondo punto una mozione riguardante il collettore del Lago di Garda.
La relazione introduttiva sarà svolta dalla responsabile provinciale “Diritti Civili” Vera Scola che illustrerà la sentenza della Corte Costituzionale del 2019, da cui è nata l’esigenza di approvare una legge.
Il segretario provinciale Pd Franco Bonfante presenterà poi documento da proporre al voto della Direzione e a seguire vi sarà il dibattito, al quale sono stati invitati a partecipare anche il segretario regionale Andrea Martella e la
capogruppo del Partito Democratico in Regione Vanessa Camani, che – se
presenti – potranno intervenire dopo la consigliera regionale Anna Maria Bigon.
Il segretario fisserà anche i tempi per le relazioni, le repliche e gli interventi degli aventi diritto. Il dibattito ed il conseguente voto dovrà comunque concludersi entro le 23.
Bonfante premette di condividere totalmente gli interventi al riguardo della Segretaria nazionale Elly Schlein, la quale aveva sottolineato: “… Che la destra abbia sconfessato Zaia non stupisce ma è una ferita che ci sia stato un voto del Pd; se il gruppo del Pd vota a favore e ti chiede di uscire dall’aula, è giusto uscire dall’aula, perché l’esito di quella scelta cade su tutti…”.
Condivide anche quanto detto dal Segretario regionale Martella: “Il Pd chiede a Zaia di approvare immediatamente, non una circolare (…) ma una delibera di
Giunta per ovviare ad incertezze e possibili disomogeneità all’interno della
Regione, che recepisca la sentenza della Corte Costituzionale”.
Il segretario provinciale informa, inoltre, che ha proceduto alla revoca della delega di vicesegretaria provinciale di Annamaria Bigon, per il venir meno del
rapporto di fiducia politica, tenuto conto del generale sentimento di iscritti ed elettori del Pd veronese, in grandissima maggioranza sconcertati e delusi dalla scelta di Bigon e favorevoli a regolamentare il fine vita a seguito della sentenza della Consulta. Peraltro un sondaggio dello scorso anno commissionato dalla Tv La 7 di Mentana riportò che il 90 per cento degli italiani è favorevole a regolamentare il fine vita e il segretario è convinto che lo sia il 99 per cento degli elettori del Pd.
“Non credo nelle sanzioni disciplinari su temi etici ed è corretto che sia lasciata libertà di voto per motivi di coscienza, ma chi la pratica deve essere consapevole delle conseguenze politiche – precisa Bonfante – a maggior ragione se vi erano alternative, come l’uscita dall’aula con una contemporanea dichiarazione esplicativa. Del resto, consiglieri e consigliere di centrosinistra, componenti di importanti comunità religiose cattoliche, hanno votato a favore della proposta di legge”.
Un precedente simile a Verona risale al 2018 quando l’allora capogruppo Pd in Consiglio comunale di Verona votò a favore di mozioni della Lega su temi eticamente sensibili (legge 194 e poi contro i gay) e venne per detto motivo sostituita dai suoi colleghi.
“Nella mia esperienza in Consiglio regionale – continua Bonfante – ho sempre votato quello che il gruppo a maggioranza decideva, pur su temi che potevano essere considerati sensibili: il senso di responsabilità nei confronti degli altri e della comunità che si rappresenta, non è meno importante del rispondere alla propria coscienza, che riguarda se stessi”.