Sulla regolamentazione del fine vita è partita la restaurazione con la convergenza tra parte dei leghisti, il gruppo di FdI e alcuni esponenti del PD? Se lo chiedono gli esponenti di +Europa Anna Lisa Nalin della segreteria nazionale e Corrado Cortese di +Europa Veneto. “Stiamo arrivando a una situazione farsesca sulla proposta di legge per regolare il fine vita promossa dall’associazione Coscioni e sostenuta sin dall’inizio da +Europa e dai vari gruppi territoriali del nostro partito. Dopo un momento “illuminato” sembra ora che in Veneto stia arrivando la restaurazione attraverso una convergenza trasversale di noti consiglieri regionali delle destre venete e alcuni del partito democratico. Ricordiamo che la pdl è stata concepita e portata avanti con l’appoggio del Presidente Zaia in convergenza con Marco Cappato affinché prevalga la libertà di scelta del paziente e del cittadino di fronte a patologie irreversibili accompagnate da sofferenze fisiche e psichiche intollerabili”.
Nalin e Cortese spiegano: “La Lega appare ora spaccata su posizioni inconciliabili. Da una parte il fronte “zaiano” favorevole alla disciplina di tempi e procedure certe perché i veneti possano accedere ad un fine vita dignitoso e libero.
Dall’altra il fronte “oltranzista” che respinge una normativa in rispetto delle indicazioni della sentenza della Corte Costituzionale (n. 242 del 2019), le indicazioni del ministero della Sanità e dei diritti individuali dei cittadini. Il colpo di scena rappresentato nella proposta di legge dei “consiglieri pro-vita” Valdegamberi, Finco, Barbisan punta al divieto di eutanasia omissiva e commissiva prevedendo più fondi per care giver, cure palliative e terapia del dolore. Di fatto ha lo scopo di affossare il procedimento sul fine vita intrapreso in Veneto, che nel frattempo si era guadagnato il titolo di regione apripista e all’avanguardia con la raccolta e il deposito di 9000 firme dei cittadini. Questo fronte può contare su un no pesante, ideologico e compatto espresso da FdI per cui la vita è sacra contro dolore e sofferenza indicibili, peraltro, ben definite dalla Consulta nella sentenza sopra citata. Si tratta di chiusura, quindi, aprioristica e senza disponibilità al confronto. Preoccupano, tuttavia, anche le posizioni espresse sulla stampa da alcune esponenti del PD, come la capogruppo in Regione Camani e la consigliera Bigon, che sembrano contrastare con la linea nazionale progressista in tema di diritti. Per noi di +Europa non c’è più tempo per rimandare la disciplina del fine vita”.
Valdegamberi: “Non fate pressioni”. Il consigliere regionale: respingo i ricatti
“Rigetto categoricamente i ricatti e il pressing mediatico nei confronti dei consiglieri regionali che in questi giorni viene attuato da parte degli amici di Cappato. Non è con un veloce blitz novembrino, senza un confronto approfondito e senza sentire le diverse posizioni, che va affrontato un tema delicato come il Fine Vita e Suicidio Assistito”, afferma il consigliere Stefano Valdegamberi, Lista Zaia..
“Chiederò le audizioni anche di coloro che la pensano diversamente da Cappato perché il legislatore regionale ha il diritto-dovere di essere informato a 360 gradi prima di assumere decisioni vincolanti per la collettività. È necessario calendarizzare insieme anche il disegno di legge “Disciplina Regionale per la promozione delle cure palliative e dell’assistenza sanitaria alle persone affette da malattia terminale o inguaribile. Divieto di eutanasia omissiva e commissiva e istituzione di apposito albo per i Caregivers”.
“Proporrò una conferenza per ascoltare anche altri punti di vista”.