Filomena Baratto, laureata in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli, è una docente e giornalista che vive a Castellammare di Stabia, ma con Verona ha uno stretto legame, sia di parentela che, soprattutto, per le tante occasioni nelle quali la sua arte narrativa si è sposata con manifestazioni letteraria nella nostra città.
Filomena Baratto: la carriera e le pubblicazioni
Fin da piccola ha manifestato spiccata propensione per l’arte, dedicandosi alla pittura e poi la musica, con lo studio del pianoforte. Nel 2010 pubblica una raccolta di liriche “Ritorno nei prati di Avigliano”, che la riportano al luogo natio e al rapporto col padre. Il passaggio dalla poesia alla narrativa è breve, quando nel 2012 pubblica il romanzo “Rosella”.
Seguiranno una raccolta di racconti “Sotto le stelle d’agosto”, e un nuovo romanzo: ”Just Job”, storia di un uomo che perde il lavoro alla soglia dei cinquant’anni e, di conseguenza, anche tutte le sue certezze. Nel 2018 riprende il testo di Rossella e lo amplia a beneficio de “L’albero di noce” a cui seguirà nel 2018, “Nel mezzo del tempo” storia di tre donne di una stessa famiglia. Ultima sua fatica letteraria è “Al largo di Santa Cruz” (Hanta Edizioni) da cui iniziamo per conoscerla di più.
L’intervista
“Il protagonista è Iacopo Stazio che, in seguito a una delusione d’amore, intraprende la via del mare. Naviga su vecchie carrette per gli oceani, col sogno di avere un giorno una sua piccola flotta. Sposato con due figlie, la sua vita scorre apparentemente tranquilla sulle colline di Sorrento. Durante una traversata nell’Atlantico, è costretto a riparare a Santa Cruz, in seguito a una tempesta. Qui si trova a dover fare i conti col suo passato, incontrando la donna che lo lasciò in gioventù. Da questo momento in poi la vita del capitano subisce un inaspettato cambiamento”.
Il mare come via di fuga da una delusione d’amore?
“Il mare è la metafora del nostro animo e navigarlo è un po’ conoscersi. Iacopo non solo inizia un periodo di ricerca di sé stesso, ma solca quel mare che gli ha portato via la sua Rose, sperando che un giorno possa rincontrarla”.
Poi, un bel giorno durante una traversata agitata, trova in Santa Cruz un nuovo percorso di vita. Lei crede agli stravolgimenti di destino determinati dalle fatalità?
“La vita è il prodotto di ciò che desideriamo ardentemente. Il cosiddetto destino lo supportiamo noi, protagonisti attivi della nostra vita. Il futuro è dato da ciò che alimentiamo con la nostra mente tra desideri, passioni e sogni”.
Lei inizia con la poesia e si concentra poi sulla narrativa, come mai?
“Il mio primo libro è una raccolta di poesie dedicate a mio padre. Ma essere poeti non è lontano dall’essere scrittori. La scrittura ha caratterizzato gran parte della mia adolescenza e si è rafforzata con gli strumenti necessari per poterla affrontare”.
Ed è anche pianista, dove la musica ha sempre un ruolo fondamentale nell’ispirazione creativa
“La musica l’ho scoperta da ragazzina. L’incontro con una giovane pianista mi diede l’opportunità di intraprendere lo studio del pianoforte. Cominciai a studiare su un vecchio piano recuperato in chiesa, per dimostrare il mio impegno ai miei genitori, contrari a questa mia passione. Dopo un anno di studio, con un pianoforte traballante e scordato, si resero conto del mio talento ed ebbi il mio pianoforte nuovo”.
Presenti ai nostri lettori chi è Filomena Baratto, scrittrice e donna nel privato?
“Sono un’artista che alla scrittura aggiunge pittura e musica. Negli ultimi anni la scrittura ha prevalso, ma da bambina ho cominciato proprio con la pittura, quando la mia insegnante elementare aveva scoperto in me questo dono e mi presentò a una pittrice che mi tenne presso di sé per un anno. Fu un periodo favoloso e dipingevo tutto ciò che immaginavo. Sono una donna impegnata in famiglia, amante della casa, la cucina, i viaggi, il teatro e l’arte in tutte le sue forme”.
Forte è il suo legame con Verona, giusto?
“Prima di tutto è di natura culturale; ho fatto diverse ricerche per quanto concerne gli amanti più famosi al mondo, ovvero Giulietta e Romeo collegati a Shakespeare. Anche a scuola, quando c’era da parlare di una regione, non so perché mi affascinava l’Est e parlavo del Veneto, approfondendo le sue città e, di conseguenza, quella più storica, artistica e ricca di fascino per me: Verona”.