Filobus, un anno senza i sottopassi. Non solo via Città di Nimes: i lavori interesseranno anche i quartieri per finire nel 2026
Prepariamoci a tre anni di disagi. A code nel traffico. A una viabilità profondamente modificata e linee di trasporto pubblico rivoluzionate. Sarà il prezzo da pagare per avere il filobus, nuovo sistema di trasporto pubblico di massa, non inquinante, che dovrebbe almeno in città alleggerire l’impatto del traffico automobilistico.
Ma sarà un’impresa. per chi lo costruisce e per chi dovrà subire l’impatto dei cantieri.
Per questo ieri l’assessore all’Ambiente e mobilità Tommaso Ferrari e il presidente di Amt3 (stazione appaltante) Giuseppe Mazza, presentando la ripresa dei lavori del filobus hanno ribadito più volte il concetto: “E’ importante aprire i cantieri, ma è ancora più importante chiuderli. Non vogliamo ripetere gli errori del passato quando i cantieri del filobus sono stati lasciati aperti senza che i residenti e i cittadini veronesi avessero più alcuna notizia”. Se si copia, si deve farlo bene facendo tesoro degli errori altrui.
Dopo che il Cipess, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, come anticipato ieri, ha dato il via libera al progetto definitivo comprese le nuove varianti (via Pisano, Fiera e altro ancora) autorizzando l’importo di 92 milioni di euro (6 più del previsto) ci sono 33 mesi di tempo per concludere l’opera.
“Finiremo ai primi del 2026, Verona olimpica avrà il filobus” ha assicurato l’assessore Ferrari, “è un passo fondamentale per la nuova mobilità sostenibile di Verona e cambiare il sistema di trasporto verso soluzioni più green”.
E’ naturale che nei primi tempi i cittadini veronesi dovranno fare i conti con le criticità di questi lavori e per questo Mazza e Ferrari hanno annunciato che, proprio per evitare che i veronesi restino all’oscuro dello sviluppo dell’opera, verrà aperto in municipio l’Ufficio Filovia dove si potranno avere tutte le notizie relative alla realizzazione del filobus. Intanto però Amt3 insieme con il Comune sta cercando di coordinare i lavori con le imprese costruttrici per procedere il più speditamente possibile.
Ma, dicevamo, si dovranno fare i conti con le criticità. Vediamo allora tutti i segreti del filobus e che cosa ci aspetta nei prossimi 33 mesi.
SOTTOPASSI FUORI USO. Il primo cantiere che ripartirà sarà quello di via Città di Nimes-circonvallazione perché è previsto che i due sottopassi attuali vengano uniti da uno scavo che li congiungerà, dando vita di fatto a un unico lunghissimo sottopasso da Porta Nuova a Porta Palio. In questo modo il filobus potrà passare in superficie.
Cosa significa sul piano del traffico? Che da aprile, dopo la chiusura di Vinitaly, fino ad aprile 2024 (inizio del nuovo Vinitaly) per un anno non si potranno più utilizzare i due sottopassi attuali. Tutto il traffico dovrà transitare in superficie con inevitabili code, disagi e ripercussioni sul trasporto pubblico visto che dalla stazione passano centinaia di autobus. E come si arriverà in stazione? Verrà realizzato un sistema viabilistico alternativo ad anello da Porta Nuova a Porta Palio. la definizione di quetso nuovo circuito è ancora in fase di definizione ma sicuramente è il dossier ch più caldo sul tavolo di Comune, polizia locale e Amt3.
Un Ufficio Filovia per i veronesi. La prima linea di collaudo dalla Genovesa alla Stazione. Bus tradizionali da rivoluzionare
LA PRIMA LINEA. Da dove comincerà ad entrare in funzione il filobus? La prima linea, cosiddetta di prova, sarà dalla Genovesa alla Fiera e poi alla Stazione ferroviaria di Porta Nuova. Qui, spiega il presidente Mazza, verrà collaudato il filobus, si capirà il suo comportamento, si metteranno a punto le parti tecniche per poi proseguire. . Ancora da definire poi i tempi successivi per le altre tratte.
VIA MAMELI. La tratta di Borgo Trento rappresenta uno dei nodi più difficili per il filobus per la presenza di via Mameli dove oggi, dice Mazza, non si può pensare di inserire il filobus con corsia riservata perché altrimenti si bloccherebbe il traffico. “Per questa zona non è mai stata studiata una viabilità alternativa, dobbiamo farlo ora cercando anche qui di realizzare un sistema circolare per il traffco automobilistico, perché altrimenti è impensabile far convivere le auto attuali con il filobus. E inoltre questo passaggio dovrà convincere i veronesi a lasciare la vettura privata e a spostarsi sul mezzo pubblico”.
CANTIERI E QUARTIERI. Altra considerazione: se i lavori del filobus devono essere conclusi in 33 mesi, non si può procedere con un cantiere alla volta. Quindi, si sta provvedendo a concordare con le imprese di aprire altri punti di intervento in parallelo a via Città di Nimes e uno potrebbe essere in nella zona Est, tra San Michele e Borgo Venezia, zona peraltro già interessata (e martoriata) dai cantieri della Tav, considerazione che potrebbe indurre anche a dirottarsi verso Borgo Trento.
PIANO TRAFFICO E INFORMAZIONE, Emerge dunque da tutto questo una evidente verità, lapalissiana ma ugualmente negata per molto tempo nonostante le campagne informative di Opera Filovia: e cioè che accanto ai cantieri e ai lavori per il filobus non è mai stato sviluppato un piano alternativo del traffico, che prevedesse dove far passare le auto durante i lavori. Tant’è vero che si deve provvedere ora. Proprio per questo, anticipa il presidente Mazza, “prevediamo una campagna informativa a tappeto, puntuale e diffusa: stiamo selezionando una delle migliori agenzie del settore e a questa campagna affiancheremo appunto, grazie al Comune, l’Ufficio Filovia”.
QUALI SONO I FILOBUS? Forniti dalla ditta Kiepe Electric, tedesca ma con sede italiana in provincia di Monza Brianza, i filobus destinati a Verona saranno 34, dei quali 6 sono già stati realizzati. Il 40% di questi mezzi viaggerà a batteria elettrica (prevalentemente nella città antica), il restante 60% (fuori dal centro storico) avrà necessità dei fili aerei per catturare l’energia elettrica. I filobus saranno più lunghi del previsto, vale a dire 18,75 metri invece di 18 e potranno portare 39 passeggeri seduti e 104 in piedi per un totale di 143 viaggiatori.
E GLI ALTRI BUS? E’ evidente che il filobus da solo, con queste portate non può soddisfare tutta la domanda di trasporto pubblico, quindi è in corso un confronto tra Amt3 e Atv (presidente Bettarello) per ridisegnare il trasporto pubblico nei quartieri affinché vi siano bus ogni 10 minuti che portino i passeggeri alle linee principali del filobus, così da consentire ai veronesi di non muovere la propria auto.
FINANZIAMENTI. Lo Stato ha garantito 92 milioni, pari al 60% dell’opera; il restante 40% è in corso di definizione con la Bei, Banca europea di investimento, con voto in Consiglio comunale a breve.