Filobus: pezo el tacòn del buso Una polemica agghiacciante

Alessandro Gonzato

Sembra una barzelletta. E in effetti lo è, anche se non fa ridere. La giunta pre­cedente considerava il filobus essen­ziale, ne ha posto le basi ma non è riuscita a realizzarlo. Quella attuale lo ha ereditato (formula sempre in voga tra i politici), non ne era affatto con­vinta, ma per non in­corr­ere in pesantissime pe­nali (altra frase ricorrente) è stata costretta a iniziare l’o­pera. A un certo punto però (sempre colpa del Covid…) il progetto è nau­fragato, il sindaco ha fatto marcia indietro, e la prio­­rità è diventata chiudere in fretta e furia i cantieri che per fare posto al modernis­simo mezzo con le tiràche hanno devastato parte della città e mandato fuori di testa i cittadini. Peccato che i can­tieri siano abbandonati da mesi. Nessuno li sta siste­mando. Il deserto. Perché? Palazzo Bar­bieri è furibondo e de­clina la responsabilità. Il sindaco minaccia ultimatum. Amt dà la colpa alle imprese di costruzione. Siamo alle solite. E tra dieci giorni, con l’inizio della scuola, sarà il delirio. Tante volte ba­ste­rebbe dire “Scusate, ab­bia­mo sbagliato”.