Lo avevano promesso nell’incontro a quattro “Verona. Quale futuro?” dello scorso 31 maggio nella sede degli Architetti di Verona in piena campagna elettorale, ora, il documento programmatico con le istanze di tutta la filiera delle costruzioni veronese viene consegnato ai due candidati sindaco chiamati al ballottaggio del prossimo 26 giugno – Federico Sboarina e Damiano Tommasi – perché diventi strumento ed impegno condiviso per il governo della città e del territorio, sul quale “verificare” il futuro lavoro dell’amministrazione.
In dodici punti sono sintetizzate le richieste prioritarie che l’Ordine degli Architetti di Verona, insieme ad Ance Verona, all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Verona, il Collegio dei Geometri di Verona e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Verona hanno avanzato sulla base, anche, della visione della città emersa nel confronto tra i candidati sindaco.
Dodici punti, dicevamo, suddivisi in tre macro-temi. Il primo riguarda il lavoro dell’intera filiera delle costruzioni, e fa riferimento al funzionamento dei servizi e all’ottimizzazione del rapporto tra uffici tecnici amministrativi e servizi per professionisti e utenza. Nel documento vengono “messe a terra” le urgenze per un’efficienza amministrativa degli uffici tecnici che hanno come primo dovere la risposta immediata alle richieste dei cittadini, soprattutto rispetto alla ricezione della documentazione. Da qui, la richiesta del potenziamento di un personale formato e con competenze interdisciplinari.
In seconda battuta, rispetto alla strategia e al metodo con cui ottimizzare l’iter burocratico amministrativo, la filiera delle costruzioni – congiuntamente e sulla scia della collaborazione già sperimentata -, lancia la proposta dell’individuazione, da parte del Sindaco, di una sua figura di coordinamento tecnico, una sorta di “Advisor Tecnico”, competente in materia, in grado di filtrare, analizzare e monitorare le procedure e l’iter delle istanze, al fine di dare soluzione ai problemi insorgenti. Una figura che lavori a supporto e in collaborazione con i Dirigenti ed il Capo Area e che potrà relazionarsi con i progettisti, professionisti, tecnici e rappresentanti delle imprese edili grazie al coinvolgimento di tavoli tecnici permanenti da costituirsi nel segno della piena collaborazione.
Infine sul fronte del metodo proposta l’individuazione rapida di un master plan generale della città.
Soprattutto, si chiede una nuova impostazione del Piano degli Interventi che vada ad individuare solo le destinazioni non consentite. Questo, appunto, nel segno della semplificazione.
E infine la redazione del Piano Paesaggistico Territoriale in modo da accelerare l’iter procedurale di rilascio delle autorizzazioni dei progetti redatti in aree sottoposte a vincolo e la redazione del Piano del Verde e del Piano del Colore.