Con quasi 6 mila domande di attivazione di ammortizzatori sociali tra cassa integrazione ordinaria, cassa in deroga, fondo di integrazione salariale (Fis), cassa artigiana, a cui si aggiungono migliaia di stagionali in attesa di percepire l’assegno di 600 euro, i lavoratori del commercio, servizi e terziario sono in assoluto quelli più colpiti dalla crisi Covid 19 sul territorio veronese.
Ciascuna delle domande arrivate alle categorie di Cgil Cisl e Uil di Verona rappresenta un’impresa che impiega da uno fino a decine e decine di lavoratori. Baristi, camerieri, commessi, addetti alle pulizie, magazzinieri, impiegati, parrucchieri, estetiste, segretarie degli studi professionali, vigilanti, badanti e colf… Migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici costretti ad attendere gli ammortizzatori, con le uniche eccezioni dei dipendenti dei supermercati e dagli addetti alle pulizie negli ospedali, i soli rimasti al lavoro pur tra mille difficoltà e criticità.
“Basteranno i fondi? Naturalmente no – spiega Andrea Lovisetto, Segretario Generale della Filcams Cgil Verona – e fa rabbia ascoltare chi si dovrebbe occupare di questi nostri concittadini, disquisire di rilancio e di riapertura quando ci sono ancora enormi falle da tappare nel sistema degli ammortizzatori sociali.”