Campanon bon’ora, trista sagra. E’ un vecchio adagio popolare molto in voga tra i politici, soprattutto ex democristiani ma che è stato tramandato dalla Prima Repubblica fino ai giorni nostri per la sua perenne attualità. Un evergreen che serve per far capire che quando ci sono di mezzo decisioni importanti, soprattutto nomine e poltrone, una partenza troppo anticipata rischia di essere pericolosa, di bruciare il paglione. Si preferisce lavorare in silenzio, coperti e uscire allo scoperto solo all’ultimo momento con un lavoro completo, condiviso, inattaccabile, senza che vi sia più tempo per polemiche o ripensamenti. Tutto il contrario di quanto sta accadendo oggi per il rinnovo dei vertici della Fiera che avverrà con l’assemblea dei primi di maggio. E infatti dopo l’uscita del presidente della Fondazione Cariverona, socio importante della Fiera con oltre il 24% a favore della riconferma del presidente Federico Bricolo, leghista, è cominciato immediatamente il fuoco di sbarramento da parte del centrosinistra con la presa di posizione di alcune componenti che sostengono il sindaco Damiano Tommasi. “No alla logica delle lottizzazioni”, ha detto chiaramente questa mattina la componente di Traguardi che esprime in Giunta l’assessore Tommaso Ferrari e ricopre posti chiave nelle commissioni del Consiglio comunale con Beatrice Verzé, Pietro Trincanato, Giacomo Cona. Una analoga presa di posizione contro l’uscita di Cariverona (“un atto in sé è di gravità assoluta nel metodo e di arroganza intollerabile” si legge in una nota) era arrivata anche da Sinistra italiana che in Giunta esprime l’assessore Michele Bertucco e in Consiglio comunale la capogruppo Jessica Cugini. In silenzio invece per ora il principale partito della coalizione di centrosinistra che appoggia il sindaco Tommasi, il Pd. Il segretario provinciale Franco Bonfante, interpellato, al momento non commenta le recenti uscite pro Bricolo, anche perché sembra tutto molto prematuro e da qui all’assemblea c’è ancora molto tempo, sostanzialmente due mesi pieni. Ma cosa aveva detto il presidente Bruno Giordano? Il presidente di Cariverona aveva dichiarato in un colloquio con la Cronaca di Verona che “secondo me l’attuale squadra che guida la Fiera merita la riconferma perché ha dato risultati molto buoni, con record storici, frutto di lavoro e competenza. In un momento di confusione dei mercati e degli equilibri geopolitici servono punti di riferimento precisi, servono le competenze al di là dei campanilismi e del colore politico. E questa squadra le competenze le ha dimostrate”. Tuttavia questa squadra con Bricolo (leghista) presidente, Matteo Gelmetti (FdI) vicepresidente, Maurizio Danese amministratore delegato è stata nominata dall’amministrazione comunale uscente guidata dall’ex sindaco Federico Sboarina. Ora Damiano Tommasi, sostenuto dal centrosinistra, forte della maggioranza relativa, vuole cambiare. Con nomi condivisi però. E per questo ha avviato il dialogo con gli altri soci.
Centrosinistra, fuoco di sbarramento. Dopo Sinistra Italiana, anche Traguardi attacca: “Fiera, no alle logiche delle tessere”
Veronafiere infatti è società composta dal Comune di Verona per il 39,483 per cento, poi da Fondazione Cariverona per il 24%, Camera di Commercio di Verona per quasi il 13%, Cattolica Assicurazioni per il 7%, Banco BPM per il 7, Agenzia Veneta per l’Innovazione per il 5,3%, Provincia di Verona per l’1,4%, Intesa Sanpaolo per l’1,35% e altri minori. Giordano aveva anche aggiunto che “Bricolo ha dimostrato grandi capacità per la internazionalizzazione della Fiera che oggi dimostra di essere forte, autonoma ed è diventata un punto di riferimento e non ha un ruolo da gregaria ma da protagonista con ampi margini di crescita sul territorio”. E allora le richieste di Tommasi? “Si può innestare qualche nuova competenza ma senza stravolgere la squadra” è il pensiero di Bruno Giordano. A rafforzare la presa di posizione di Cariverona si è associato ieri il presidente della Regione Luca Zaia, che ha condiviso il desiderio di riconfermare il presidente Bricolo: “Noi per la nostra parte, con il nostro 5%, sosterremo questa posizione”, ha confermato. Contro questa prospettiva si è subito schierata Sinistra italiana con un duro comunicato e questa mattina Traguardi ha ulteriormente difeso le posizioni aprendo il fuoco di sbarramento contro “le logiche di lottizzazione”. L’assessore Ferrari ha messo subito in chiaro le posizioni: “Crediamo che gli enti e le aziende cittadine non siano spazi per le lottizzazioni ma abbiano bisogno di visioni strategiche comuni da parte dei soci e di piani industriali. Quindi le nomine di conseguenza devono essere decise sulla base del piano industriale, degli obiettivi che si vogliono raggiungere a lungo termine e sulla competitività. Per questo serve collaborazione tra tutti i soci per essere coesi. Verona ha bisogno di coesione e non di divisioni”. Insomma no a fughe in avanti. E Pietro Trincanato ha puntualizzato: “Privilegiamo strategie e competenze. Diciamo no alle nomine in base alle tessere, perché in questi anni abbiamo assistito a una strumentalizzazione ideologica da parte di alcuni, vedi il vicepresidente (Gelmetti di Fratelli d’Italia-ndr) che ha usato la sua carica per fare campagna elettorale permanente, come nel caso della polemica sui cantieri davanti alla Fiera. E’ il momento quindi, in vista del rinnovo, di fare ragionamenti che riguardino il futuro della Fiera e non le tessere”. A questo punto la palla passa al sindaco Damiano Tommasi che dovrà lavorare di fino per trovare il punto di mediazione confrontandosi non solo con i soci ma anche con il Governo al cui interno il presidente Bricolo ha forti sponde, dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida al leghista Giorgetti. E Tommasi potrà contare sicuramente sulla sua maggioranza, sul Pd ma forse anche sull’appoggio di qualche componente del centrodestra che si divertirebbe a fare sgambetti all’interno della coalizione. Quali nomi porterà Tommasi? Ci sono tante voci che si rincorrono ma in questo momento sono più le aspirazioni personali (del tipo: se mi chiamano ci sono) che le candidature credibili. Non si escludono però nomi provenienti dal mondo imprenditoriali più da quello strettamente politico. Di sicuro, la corsa è partita. Con largo anticipo. E i cavalli potrebbero arrivare stanchi. E altri saranno più freschi. MB