Il Gruppo Fedrigoni, uno dei principali produttori mondiali di carte speciali, materiali autoadesivi e soluzioni RFID, annuncia l’acquisizione di alcuni asset di Mohawk Fine Papers, Inc. con cui ha stretto una partnership industriale lo scorso settembre 2022 per rafforzare la distribuzione di carte pregiate nel mercato nordamericano. La transazione è stata finalizzata attraverso una NewCo costituita da Fedrigoni per acquisire gli asset di Mohawk in un processo di vendita avviato da un istituto finanziario, a seguito di un periodo di significativa sofferenza finanziaria che ha interessato l’azienda statunitense negli ultimi mesi. La transazione ha liberato interamente la nuova società dall’indebitamento esistente, consentendo di preservare la maggior parte dei posti di lavoro, delle attività industriali e delle relazioni con i clienti.
Fondata nel 1931, Mohawk è un’azienda a conduzione familiare che produce alcune delle più note carte speciali per designer, brand e stampatori e che – come Fedrigoni – ha fortemente innovato nel campo della stampa digitale e della sostenibilità. La condivisione di valori fondamentali come un solido know-how e l’attenzione all’innovazione e alla riduzione dell’impatto ambientale ha portato all’acquisizione di questa azienda, che entra a far parte della divisione Fedrigoni Special Papers e rappresenta un tassello importante nella strategia di crescita del Gruppo all’estero.
“Si tratta della nostra terza M&A quest’anno (dopo SharpEnd nel Regno Unito e Arjowiggins China), un passo importante per potenziare la nostra offerta di prodotti premium per i clienti negli Stati Uniti – commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato del Gruppo Fedrigoni -. Grazie all’ingresso di Mohawk nel nostro Gruppo saremo in grado di produrre e distribuire ai clienti un’ampia gamma di carte Fedrigoni ad alto valore aggiunto direttamente in Nord America e di ampliare l’accesso alle carte speciali Mohawk a livello internazionale. In questo modo sosterremo sempre di più le strategie dei nostri clienti che privilegiano modelli di nearshoring al posto del tradizionale approccio orientato all’acquisto globale, per ridurre l’impatto ambientale e minimizzare i rischi di interruzione della supply chain”.