Giorgio Fasol, classe 1938, è il re dell’understatement. Un tranquillo signore che viaggia molto e visita gallerie d’arte, mostre, musei. Non diresti mai che è uno dei più grandi collezionisti d’arte e in particolare di arte contemporanea che abbiamo in italia e in Europa. E soprattutto Giorgio Fasol, conosciuto soprattutto negli ambienti dell’arte dove è considerato un punto di riferimento, un faro nell’immenso mondo dell’arte dove spesso mancano appigli sicuri, è un grande scopritore di talenti. E a Verona vuole regalare una parte della sua enorme raccolta. Per questo l’evento previsto giovedì 14 in Rettorato è più unico che raro nel panorama italiano. Fasol e la moglie Anna Padron donerà all’università ben 110 opere di arte contemporanea della collezione Agiverona per un valore che supera il milione e 270 mila euro. L’università del rettore Nocini sarà la prima in Italia a vantare una tale collezione di arte contemporanea. Molte delle opere sono già esposte tra i giovani del polo della santa Marta proprio per volontà di Fasol. E non per caso questa donazione sarà accompagnata da alcune precise condizioni volute dal collezionista. Per esempio che grazie a queste opere siano svolte attività con gli studenti, che siano coinvolti i giovani artisti e che quando una di queste opere va in mostra all’estero, come è già accaduto, l’evento sia pubblicizzato per far capire come i lavori dei talenti emergenti girino il mondo, da Torino a Strasburgo. Perché Fasol ha un’utopia: che a Verona si attivi un sistema virtuoso per la cultura e l’arte. primo obiettivo: “Recuperare Palazzo Forti, che è abbandonato da 5 anni, a luogo culturale con iniziative partecipate e non solo come palazzo per esporre semplici mostre. Ormai i grandi musei italiani non espongono più semplicemente i quadri ma danno vita a iniziative che coinvolgono il pubblico, per diffondere cultura e fare emergere le nuove realtà che magari sono di nicchia a Verona ma lavorano con tutto il mondo, nel mondo dell’arte e del design”. Per sistemare Palazzo Forti, che Fondazione Cariverona ha chiesto di ritorno al Comune che male l’ha utilizzato, servono però almeno 3 milioni e mezzo per risistemare impianti, infissi e allestimenti. La sua gestione potrebbe vedere attorno a un tavolo, come spera Fasol, “l’ateneo, il Comune, la Fiera, Cariverona, la Camera di commercio e Confindustria per dar vita a un polo della cultura con un programma ben chiaro e in grado di attirare mecenati da tutto il mondo”. Non si tratta di utopie ma di realtà che sono diventate molto concrete in altre città italiane ed estere. Fasol con la moglie Anna lo ha raccontato recentemente a Torino, nel contesto di Artissima, una delle prime fiere d’arte d’Italia che si è svolta all’Oval del Lingotto e in questo contesto è stato presentato il libro che racconta di questa incredibile coppia di amanti dell’arte: “Anna e Giorgio fasol, una vita da collezionisti” di Maria Rosa Sossai con prefazione di Adriana Polveroni. Ma non solo. Proprio per giovedì 14 Fasol ha previsto nel Palazzo della ragione a Bergamo l’apertura di una grande mostra da lui allestita con 7 maxi opere, vere e proprie installazioni, di artisti internazionali. Inaugurazione alle 18, titolo “Testimoni oculari”. E la mattina di giovedì i veronesi saranno a loro volta testimoni oculari di una delle più grandi donazioni di opere d’arte avvenuta in Italia. E magari la città si risveglierà da un ripiegamento e da un torpore che portano sempre più a rarefarsi le iniziative d’arte e cultura e riscoprirà la voglia di avere un palazzo delle esposizioni ed allestire eventi di richiamo internazionale visto che per esempio per le festività natalizie ai visitatori che verranno a Verona saranno offerti sempre i soliti mercatini. MB