Benvenuti nella “fase 2”, meraviglioso mondo plasmato dal demiurgo Conte Giuseppe in cui ci “è permesso” – per utilizzare il verbo tanto caro al premier – andare a trovare il figlio dei cugini che (ci sarà un motivo) non vediamo da venticinque anni, ma gli amici di una vita e i testimoni di nozze quelli no, devono aspettare, e chissà ancora per quanto. Verona, da una decina di giorni, nella “fase 2” di fatto c’era già, ma per grazia del governatore Luca Zaia, non degli azzeccagarbugli romani. Ieri, domenica più estiva che primaverile, la nostra città ha fatto le prove generali del ritorno alla vita, non certo quella di prima, ma quantomeno libera dagli arresti domiciliari. Stamattina è tornato anche il rumore delle macchine. C’è stato perfino qualche incolonnamento. Qualcuno, smentendo alla velocità della luce il “ne usciremo migliori” di quaranteniana memoria, è subito tornato a pigiare rabbiosamente il clacson. Tutto sommato però è stata una ripresa all’insegna dell’ordine e del rispetto delle regole, salvo inevitabili e fisiologiche eccezioni. D’altronde un terzo delle imprese e degli uffici erano già ripartiti: alcuni, a dire il vero, non si sono mai fermati. Un altro terzo ha ricominciato a produrre in queste ore. Il rimanente, purtroppo, dovrà aspettare ancora almeno un paio di settimane (soprattutto ristoranti, bar, parrucchieri ed estetisti), anche se l’impressione è che la data di giugno rimarrà tale. Le strade principali hanno ripreso quasi l’aspetto di due mesi e mezzo fa: da corso Milano a viale Venezia, da via Galliano a viale Piave. Anche i parchi sono tornati ad animarsi: tanti hanno iniziato ufficialmente a smaltire la quarantena. Adelante con juicio, avanti con giudizio, ben sapendo che non tutti rispetteranno le regole, il che se non è corretto è comunque comprensibile (parliamo delle “infrazioni” più piccole, sia chiaro) dopo infinite settimane di isolamento sociale. Alzi la mano chi anche solo per un istante non ha pensato di inventarsi un “affetto stabile” per poter trascorrere qualche ora con un amico, o un’amica, dipende dagli orientamenti. Più di qualcuno si improvviserà corridore per raggiungere le spiagge del litorale veneziano, ed è consentito dall’ordinanza regionale che nell’apprezzabile tentativo di correggere i pasticci sfornati dal “dpcm” contiano potrebbe dare il là a singole interpretazioni da parte delle forze dell’ordine. Le quali, al momento dei controlli nei confronti degli automobilisti ma non solo, dovranno affidarsi più al buonsenso e all’intuito che alle disposizioni romane, dal momento che in base a queste sono pochissime le certezze. La zona grigia è amplissima, e così uscire dal proprio comune rimane una roulette russa: incassare (chi ce l’ha fatta) 600 euro dal governo e doverne sborsare 500 per una multa, magari presa in buonafede, non è un grande affare. Confidiamo nella “fase 3”.