Si accende la polemica sulle farmacie rurali e sussidiate a seguito del ddl presentato da Vittorio Fravezzi membro della Commissione Bilancio del Senato e vicepresidente del gruppo Autonomie (Svp, Uv, Patt, Upt)-Psi-Maie), che propone l’abrogazione dell’indennità di residenza per le farmacie rurali affermando che è «anacronistica» tanto da essere «percepita come un balzello a carico dello Stato e degli enti locali». «Altro che “balzello” per lo Stato si tratta, invece, di un dovere. Il Governo deve garantire la sostenibilità del servizio sanitario accessibile a tutti i cittadini – dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -. Ricordando che l’indennità di residenza raggiunge un massimo di 400 euro annui per una farmacia sotto i mille abitanti, evidenzio che spesso queste farmacie costituiscono l’unico presidio sanitario di vasti territori, dove non è più presente neanche il medico di medicina generale, e rappresentano quindi un valore aggiunto sociale e sanitario incalcolabile. Probabilmente il senatore Fravezzi, non ha mai frequentato piccoli paesi, probabilmente non conosce la ruralità e quindi lo inviterei, ad esempio, nella farmacia di Erbezzo (comune della provincia di Verona che conta 740 abitanti) per capire qual è il ruolo quotidiano della farmacia rurale e quali sono le difficoltà nelle quali opera, al di là delle 40 ore settimanali di apertura ad esempio tra notti, sabati e domeniche anche questa piccolissima farmacia garantisce quasi 500 ore l’anno di apertura extra fra turni notturni e festivi. Va considerato che anche la farmacia rurale garantisce circa 200 ore di servizio farmaceutico territoriale al mese. Il senatore forse non ha mai sentito parlare del Bilancio Sociale della Farmacia presentato da Utifar che ha sottolineato l’importanza della consulenza sanitaria gratuita offerta dal farmacista calcolata in almeno 2 ore al giorno. Va infine evidenziato che anche le farmacie rurali hanno investito, e continuano a farlo, moltissimo nella prevenzione sanitaria con le campagne di sensibilizzazione/screening o nell’aderenza alle terapie, contribuendo così alla coesione sociale della comunità in cui operano, con l’impegno quotidiano verso tutti, con particolare attenzione ai pazienti cronici e agli anziani».