Sono 42 le farmacie rurali (quelle fino a 5.000 abitanti) e sussidiate (quelle in centri abitati fino a 3.000 abitanti) della provincia veronese che hanno richiesto e usufruito dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per rendere anche la più piccola farmacia di comunità un presidio sanitario in grado di svolgere tutte quelle prestazioni sanitarie che rientrano nella Farmacia dei Servizi.
Con i contributi sono stati realizzati ambienti sanitari adatti alla telemedicina, alle autoanalisi e alle primarie prestazioni della Farmacia dei Servizi e l’acquisizione di moderni device atti all’utilizzo delle piattaforme digitali per progetti di aderenza alla terapia e corretto uso del farmaco da parte del paziente.
I contributi, che ammontano in totale a 830mila euro già totalmente liquidati, sono stati integrati dalle singole farmacie con un impegno economico pari ad un terzo dell’importo totale dei lavori.
Le farmacie aderenti a Federfama Verona sono 259, 27 delle quali rurali e 87 rurali sussidiate.
Federfarma Verona giudica un successo il compimento dell’intero e complesso iter burocratico legato al PNRR che ha apportato molteplici servizi sanitari a centinaia di migliaia di residenti nei territori a bassa densità abitativa, dove l’attività e il sostegno da parte della farmacia sono ancora più indispensabili vista la lontananza dai poli ospedalieri e spesso anche dagli ambulatori dei medici di medicina generale.
Claudia Sabini responsabile Rurale Federfarma Verona ha spiegato che in questo modo si lavora in sintonia con i medici di base e i pediatri.
Dal canto suo Matteo Vanzan, segretario di Federfarma Verona e Veneto ha ricordato che una grande accelerata alle prestazioni sanitarie in farmacia è stata data proprio dal Covid. Ma gli obiettivi da raggiungere sono ancora molti e si lavora affinché i servizi alla popolazione vengano incrementati.