È tornata da Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno, nelle zone terremotate del Centro Italia, la 1° squadra di farmacisti che ha prestato servizio nella Farmacia mobile per emergenze dell’Associazione Farmacisti Volontari in Protezione Civile di Verona, partita da Verona il 25 agosto. Il mezzo allestito con alcune migliaia di confezioni di farmaci e numerose apparecchiature per autoanalisi è ora un punto di riferimento per centinaia di sfollati e operatori che si rivolgono incessantemente ai farmacisti che erano fino a ieri presenti sul posto: per Verona il presidente dell’Associazione Paolo Pomari e le colleghe Elena Vecchioni e Loredana Bavosa. Domani sarà operativa la seconda squadra veronese composta da Matteo Zerbinato, vicepresidente dell’Associazione insieme ai colleghi Matteo Mella e Federico Fantazzini.
Dato lo scopo prioritario della farmacia mobile che è quello di permettere il mantenimento delle terapie per i soggetti in terapia cronica, Federfarma Verona ha donato in queste ore su richiesta specifica un misuratore PT/IRN che permette di misurare il tempo di Protrombina necessario ai pazienti affetti da patologie cardiache, in particolare fibrillazioni atriali, nella prevenzione della trombosi venosa . La Farmacia mobile sta supportando attivamente anche i soccorritori che richiedono, ad esempio, massicce dosi di collirio per attenuare le irritazioni oculari causate dalla polvere delle macerie. Inoltre i farmacisti veronesi, in collaborazione con altri colleghi provenienti da tutta Italia, si stanno adoperando per portare tutti i farmaci richiesti nello specifico dalle persone che vivono nelle tendopoli sparse un po’ dappertutto nella zona colpita dal sisma.
«È stata un’esperienza toccante in maniera così profonda da avere cambiato la vita a me e alle mie colleghe. Capisco solo ora dopo essere stato sul campo quanto sia necessario il nostro intervento – spiega Paolo Pomari, presidente dell’Associazione Farmacisti Volontari in Protezione Civile di Verona -. La Farmacia mobile lavora incessantemente per qualsiasi richiesta e sono davvero tante. La situazione è drammatica e anche il nostro intervento soprattutto all’inizio è stato molto complesso. Basti pensare che ciascuno di noi ha dormito in media sei ore in quattro giorni per fare fronte alle mille necessità che la realtà richiede. Giovedì 1° settembre sarò di nuovo ad Arquata perché le ore che sto trascorrendo a Verona mi sembrano perse se non le posso dedicare agli sfollati e ai soccorritori che scavano ancora a mani nude tra le macerie offrendo un servizio encomiabile e indescrivibile. La Farmacia mobile si trova ora a supportare anche le farmacie che possono ancora operare sul territorio devastato e che cercano di riprendersi come possono. Dal punto di vista organizzativo in queste ore a livello nazionale si sta decidendo quali saranno gli ulteriori ambiti nei quali i farmacisti volontari saranno impegnati passata l’emergenza di queste prime settimane, perché la situazione è in continua evoluzione»