Farmaci e medici, calvario a Verona. Ancora difficile trovare tutte le medicine La situazione dei camici bianchi sul territorio, che vede molte zone scoperte, andrà verso la normalità solo a fine 2024 - inizio 2025, secondo le previsioni del segretario della Fimmg Giulio Rigon. Bigon: “Cento uscite nei prossimi 2 anni”

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Nel lungo ponte della Befana a partire dalla serata di oggi giovedì 5 gennaio e fino alle ore 9 di lunedì 9 gennaio sono 33 le farmacie territoriali che si alterneranno in turno di Guardia Farmaceutica garantendo alla cittadinanza la copertura sanitaria H24 in tutta la provincia scaligera. A queste si devono aggiungere le farmacie aperte in deroga e tutte quelle in consueto orario di apertura giornaliera.
«I cittadini ci stanno chiedendo con insistenza se saremo aperti anche durante questi ultimi giorni delle festività
na­ta­lizie – spiega Elena Vecchioni presidente Federfarma Verona – e noi ci sentiamo in obbligo di
rassicurarli, in particolare sui presidi salvavita come le bombole di ossigeno, perché la copertura offerta da tutte le farmacie territoriali della provincia di Verona è massima di giorno Farmaci sempre più dificili da trovare, medici di base che diventano merce rara: una odissea per i veronesi che devon fare i conti con la difficoltà dell’assistenza sanitaria, il reperimento delle medicine, il Covid che ritorna e un’influenza che tavolta neppure il vaccino riesce ad arginare.
Vuoi per la grande richiesta di farmaci, vuoi per la crisi delle materie prime, il fronte di guerra che ha messo in difficoltà la produzione in molte Nazioni, fatto sta che è sempre più frequente non trovare disponibilità di tachipirina e ibuprofene. Nell’elenco dei più difficili da trovare, perché scarseggia il principio attivo, ci sono Moment, Nurofen, Tachifludec, Efferalgan. Non si tratta di un’emergenza vera e propria ma di un rallentamento dovuto ad alti consumi per Covid e influenza e a difficolta di produzione in paesi bloccati dal lockdown come India e Cina.”Stanno rientrando alcune molecole come il paracetamolo, in particolare nella formulazione sciroppo,e a uso pediatrico, lentamente torna anche l’ibuprofene – spiega Elena Vecchioni presidente Federfarma Verona – mentre c’è ancora poca disponibilità di mucolitici, ma l’Aifa sta facendo il possibile per garantire gli approvvigionamenti. Abbiamo comunque i farmaci generici e continua l’impegno delle farmacie a trovare alternative valide con l’impiego dei farmaci equivalenti e anche delle preparazioni galeniche. Siamo in stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale per eventuali aggiornamenti delle terapie”. La carenza di questi farmaci “è indubbiamente causatada un maggior utilizzo di questi prodotti per il trattamento domiciliare dei sintomi del Covid sommatosi al ritorno di una sindrome influenzale veemente, cui da anni non eravamo più abituati, ma non solo. Tra i fattori scatenanti, infatti, anche il problema dell’aumento dei costi dell’energia e del caro carburante che si riversano sulle imprese produttrici e sulla catena distributiva, con inevitabili rallentamenti”.. Medici di famiglia che devono fare i conti con queste difficoltà di reperimento farmaci ma anche e soprattutto con i continui pensionamenti e la carenza di personale. Giulio Rigon, segretario dei medici di famiglia (Fimmg) riconosce che “la situazione è complicata. Ci troviamo con una certa carenza di farmaci quando ancora grazie al cielo non abbiamo picchi di epidemia di Covid, la situazione non è ancora gtrave, però speriamo che gli approvvigionamenti vengano ripristinati perchè è vero che in alcune farmacie si fa fatica trovare i medicinali”. A questo si aggiunge la crisi dei medici: “E’ uno stillicidio continuo, che non si risolverà in pochi mesi”. Molte aree della provincia veronese sono scoperte, migliaia di assistititi non hanno un medico di riferimento. “Si tratta di una emergenza dovuta a una sbagliata programmazione, si sapeva da anni che saremmo arrivati a questo punto. La situazione si normalizzerà a fine 2024, primi del 2025 quando caleranno i pensionamenti e saranno inserite nuove figure”.
Per i consiglieri regionali Bigon e Zottis (Pd) “nella Ulss 9 sono molti i pensionamenti previsti a breve: 100 in due anni. E i provvedimenti tampone previsti dalla si sono già rivelati inutili”.