Lucrezia Ceriani, professoressa di inglese in un istituto secondario della provincia di Verona, spiega come la vita di insegnanti e alunni sia stata completamente stravolta a causa del coronavirus.
“All’inizio non è stato facile. Ci siamo ritrovati all’improvviso catapultati in un mondo che nessuno ci ha spiegato come affrontare, cioè quello della didattica a distanza. E non abbiamo mai ricevuto una formazione specifica per svolgere questo tipo di attività. Sia docenti che studenti si sono dovuti confrontare con metodi di insegnamento e di apprendimento fuori dall’ordinario: tempi, orari, lezioni e verifiche non sono più gli stessi, mentre diventa necessario per tutti l’uso della tecnologia e di Internet.
Non tutti però hanno dimestichezza con questi mezzi, anzi, per alcuni è un mondo completamente nuovo. Ciò che utilizziamo noi, infatti, sono piattaforme virtuali che mettono in contatto in modo indiretto alunni e professori, ma come scuola non abbiamo delle disposizioni o degli obblighi specifici, e ogni insegnante si organizza come meglio crede. La politica del nostro Istituto punta invece alla “vicinanza” dal punto di vista umano, più che dal punto di vista didattico. Far sapere che ci siamo, che siamo a loro disposizione in un momento difficile per tutti è un caposaldo a cui nessuno dovrebbe mai rinunciare.
Ma in tutto questo c’è un fatto molto evidente: i ragazzi stanno rivalutando molto cosa vuol dire “fare scuola”.
E’ proprio vero che ti rendi conto del valore delle cose solo quando non le hai più: le lezioni in classe che adesso non ci sono, per molti sono diventate un rimpianto, mentre matura in tutti la consapevolezza della loro importanza. E’ bello vedere che spesso sono gli studenti i primi di mettersi in gioco, a darsi una mano a vicenda e ad aiutare i professori. E questo in un contesto, quello di casa, dove sono liberi di scegliere dove, quando e come portare avanti il programma preparato online dai professori.
Mi auguro che il mondo della scuola impari molto da ciò che sta affrontando. Mi auguro che in futuro non vengano solo forniti gli strumenti per fare didattica a distanza, ma che si impari anche come poterli utilizzare al meglio. Video lezione interattiva e vicinanza umana: è questo il compromesso essenziale. Bisogna sì andare avanti con il programma, ma bisogna farlo considerando il bisogno di un approccio relazionale tra professore e studente. Solo grazie alla tecnologia possiamo garantire lo studio ai nostri alunni, ma questa non potrà mai sostituire mai il ruolo dell’insegnante e il contesto scolastico, perché c’è bisogno di un feedback costante, soprattutto in certe materie.
Fare lezione da casa non è facile: spesso è più faticoso”
Valentina Farina