Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni.
Le Giornate FAI di Primavera giunte alla trentaduesima sono un’opportunità di scoprire un’Italia meno nota, di luoghi che raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese.
A Verona, il Gruppo FAI Giovani e la Delegazione FAI di Verona, insieme agli Studenti dell’Università attendono i visitatori in tre luoghi della città. Eccoli.
Palazzo Scarpa, in Piazza Nogara, è l’ultima opera di Carlo Scarpa, uno degli architetti più importanti del Novecento. Il progetto per l’ampliamento della sede della Banca Popolare di Verona venne affidato a Carlo Scarpa nel 1973 e dopo la sua morte, nel 1978, la costruzione venne completata nella primavera del 1981 dall’architetto Arrigo Rudi, associato al progetto sin dall’inizio. L’edificio è la sede veronese del Gruppo Banco BPM. La visita del palazzo permetterà di raccontare il progetto di Carlo Scarpa, nei suoi dettagli, non solo architettonici e nel rapporto con la città. Molti sono i segni del Palazzo che lo rendono un edificio così rappresentativo: la plasticità della facciata, con forte richiamo all’architettura antica pur in aspetto moderno, la purezza delle forme che caratterizzano gli ambienti interni e lo studio attentissimo dei dettagli nella formulazione di elementi come scale, involucri e finestre, che creano interazione tra interno ed esterno, con giochi di luce e chiaroscuri. Il Palazzo inoltre ospita parte delle collezioni artistiche della Banca. L’apertura è possibile grazie alla collaborazione con Banco BPM.
Domus Romana di Palazzo ex Forti. A Verona, nel cuore del centro storico, in piazza Nogara, si cela uno degli esempi meglio conservati di edilizia privata romana dell’Italia settentrionale: la domus fu scoperta nel 1976, durante i lavori di ristrutturazione dei palazzi secondo i progetti di Carlo Scarpa. La domus romana fu costruita verso la fine del I secolo a.C. e abitata, con successive modifiche e ristrutturazioni, per quasi seicento anni fino all’incendio del 589, che distrusse gran parte di Verona e portò all’abbandono dell’abitazione, i cui segni sono ancora oggi visibili. La domus si sviluppava originariamente attorno ad un semplice cortile centrale, successivamente arricchito da portico su tre lati, un lastricato in pietra bianca e con due vasche e una fontana. Le stanze custodiscono ampi lacerti della pavimentazione a mosaico con vari motivi. La domus è oggi accessibile attraverso una passerella progettata da Carlo Scarpa che ha ideato anche la musealizzazione del sito archeologico.
Rondella delle Boccare. Le mura di Verona sono il più grande monumento della città e sono un palinsesto che testimonia l’evoluzione delle fortificazioni dal Medioevo all’Ottocento. Sulla sponda sinistra dell’Adige si trova una delle opere meglio conservate e più interessanti di architettura militare del ‘500: la Rondella delle Boccare. Costruita per volontà della Repubblica di Venezia, per adeguare le mura di Verona alla guerra con le armi da fuoco, si presenta come un edificio circolare, dal diametro di 35 e con le mura perimetrali di uno spessore di 8 m. Lo spazio circolare presenta un enorme pilone centrale che sorregge una volta toroidale (ad anello) in cui si aprono quattro aperture ovali: le cosiddette boccare che danno il nome all’edificio. Salvata dalle distruzioni dei Francesi del 1801, fu restaurata dagli austriaci nel 1840, con l’aggiunta di una polveriera.