E’ uscito il nuovo libro del sociologo, giornalista, saggista e narratore Maurizio Barozzi “Ciclismo senza confini. Dal Giro del Trentino al Tour of the Alps”: un libro che parla che di ciclismo, ma anche di politica. È la storia di una corsa ciclistica – il Giro del Trentino, oggi Tour of the Alps – che ha esaltato campioni, esplorato tragitti e soprattutto ha ricucito una frontiera, un tempo linea di guerra.
Il re dell’albo d’oro di questa corsa a tappe è il veronese Damiano Cunego che l’ha vinta tre volte: «Sì, Cunego l’ha vinta tre volte ed è a oggi l’unico a esserci riuscito – racconta Barozzi – La prima fu al Giro del Trentino del 2004, Damiano prese l’iniziativa e riuscì a battere il suo capitano alla Saeco Gilberto Simoni, già vincitore di due Giri d’Italia. Per chi ha saputo leggerli c’erano i segnali del cambio di gerarchia che sarebbe deflagrato un mese dopo al Giro d’Italia. Dove accadde la stessa cosa».
Oltre a quella tra Moser e Saronni, si parla anche della rivalità tra Chiappucci e Fondriest. «Questa è stata forse più farsesca. Era il 1993 e Chiappucci accusò le moto di aver favorito Fondriest sul traguardo di Roncone. Fondriest ribatté il giorno successivo dicendo che Chiappucci lo aveva attaccato mentre faceva pipì».
Racconti che nell’edizione 1962 i distacchi erano misurati in macchine… «Ho trovato divertente che nelle cronache del tempo avessero misurato la distanza tra i corridori in automobili: “primo Moser Enzo; secondo Cerato Alcide a due macchine di distanza”. Meraviglioso giornalismo d’altri tempi».
C’è un’appendice che parla delle salite iconiche: Pampeago, Pordoi ma anche Punta Veleno, sopra Brenzone, ancora in Veneto. Insomma, un libro da leggere, per chi amail ciclismo e anche per chi ama semplicemente storie di sport. Quelle vere, quelle che danno sempre brividi.