Faber Academy, una spinta per la riduzione delle povertà Il progetto ha trovato il suo terreno ideale proprio in un quartiere giovane e multietnico come Veronetta. Economia del dono

Un centro di formazione artigianale per continuare a tessere la trama della solidarietà e dell’integrazione, riprendendo i fili di professioni artigianali che stanno scomparendo. Risale ad inizio estate l’inaugurazione della Faber Academy, pensata come un insieme di laboratori artigianali che puntano alla riscoperta del lavoro manuale, del “saper fare”. Saranno inizialmente erogati corsi di sartoria, aperti anche ad appassionati e creativi. Questo progetto, ideato e realizzato da Fevoss Santa Toscana, ha trovato il proprio terreno ideale proprio in un quartiere giovane e multietnico come Veronetta: “è partendo da qui che vogliamo fare la nostra parte per la riduzione delle povertà, facilitando l’accesso al mondo del lavoro e a un impiego dignitoso” spiega Alfredo Dal Corso, Presidente Fondazione Fevoss Santa Toscana, che nel corso di quest’intervista ci ha offerto preziosi elementi per tracciare l’“identikit” di quest’associazione. Fevoss Santa Toscana si impegna a sviluppare e attuare progetti solidali innovativi mirati a offrire servizi qualificati e continuativi di solidarietà sociale e inclusione lavorativa alle realtà più disagiate dell’area scaligera, grazie all’apporto di volontari e operatori che ispirano il loro operato ai valori della società civile, alla cura della persona e al modello di economia del dono.
Come è nata la vostra realtà?
Fondazione Fevoss Santa Toscana è un’organizzazione non-profit nata dall’esperienza di Fevoss, la Federazione dei Servizi di Volontariato Socio Sanitario che da oltre trent’anni opera a Verona.
Qual è la mission dell’associazione?
La Fondazione si propone l’obiettivo di offrire servizi qualificati e continuativi di solidarietà sociale grazie all’apporto di volontari e operatori professionali che ispirano il loro operato ai valori fondamentali e costituzionali, cura della persona e al modello di economia del dono. Fin dalle origini, Fondazione Fevoss Santa Toscana è impegnata a gettare le basi per la realizzazione di una città più giusta e solidale, animata dall’iniziativa di cittadini attenti alle esigenze della collettività.
Su quale territorio operate?
Prevalentemente Verona e provincia ma abbiamo anche progetti di respiro nazionale.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare?
Consolidare la Faber Academy, il più recente e ambizioso progetto della Fondazione Fevoss Santa Toscana – inaugurata il 10 giugno scorso negli spazi di Palazzo Erbisti, in via San Nazaro, 25 a Verona. Una sorta di “cittadella dell’inclusione e della solidarietà, che Fondazione si è impegnata a sviluppare a Veronetta, negli spazi concessi a canone agevolato da Ater, dove già da anni operano due dei tre punti vendita del progetto Bazar Solidale e dove questa vocazione della Fondazione al sostegno delle persone fragili attraverso l’inclusione lavorativa ha potuto maturare. In tre anni di vita del progetto, infatti, 14 persone hanno potuto ricollocarsi nel mondo del lavoro, grazie all’esperienza effettuata nei Bazar e nella Sartoria.
Qual è l’obiettivo di Faber Academy?
L’obiettivo di Faber Academy è di continuare tessere la trama della solidarietà e dell’integrazione, riprendendo i fili di professioni artigianali che stanno scomparendo – a partire proprio dalla sartoria – con l’obiettivo di formare a questi mestieri persone svantaggiate, in condizioni di difficoltà o fragilità, e facilitare così il loro ingresso o il ricollocamento nel mondo del lavoro. Sviluppiamo così un altro dei nostri obiettivi statutari puntando sulla formazione con la nascita di questo Centro formativo polifunzionale: una sorta di “bottega” delle professioni artigianali dove giovani e adulti, disoccupati o inoccupati, ma non solo, potranno imparare un mestiere, lavorando spalla a spalla con un maestro, e innescare così un percorso di crescita professionale. I corsi, per persone in difficoltà saranno finanziati con attività di fundrasing e dalla Fondazione.
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
La storia di Rebeca Benitez Sosa, una tirocinante di sartoria e Academy che ha trovato presso di noi una nuova possibilità di sviluppare le sue doti creative nel campo della sartoria portando le competenze e le bellezze della sua terra, il Paraguay. Rebeca è arrivata in Italia per seguire il marito e ha superato le difficoltà di essere senza permesso di soggiorno e l’isolamento iniziale proprio grazie alla nostra Fondazione. Oggi si sente parte integrante di un gruppo e guida i laboratori creativi della tecnica “fusion”. Ha avuto infatti la possibilità di formarsi grazi ai corsi di modellismo che la Fondazione le ha finanziato.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
Abbiamo bisogno della generosità di tutti per portare avanti i nostri progetti. In primis dei cittadini e dei loro gesti concreti: donare cose usate – abiti, accessori, oggetti per la casa, mobili, libri – per i nostri Bazar solidali, del supporto delle istituzioni e del sostegno economico di aziende e privati per grandi progetti come questo di Faber Academy che ha bisogno per realizzarsi pienamente di poter contare su dei partner che condividono i nostri valori e la nostra tensione verso obiettivi concreti di solidarietà e di sostenibilità.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
Riuscire ad affinare la nostra capacità di intercettare i bisogni della comunità, soprattutto dei più vulnerabili, andando oltre l’assistenzialismo e rispondendo con progetti sviluppati e attuati in collaborazione con le istituzioni secondo il principio di sussidiarietà, ed in partnership con altre associazioni.
Stefania Tessari
(puntata numero 8)