di Maurizio Battista
La decisione è stata presa, la visura camerale parla chiaro: qualche giorno fa è stata modificata la società Arena di Verona srl per la gestione dei concerti e degli eventi extra lirica. La presidente è la stessa sovrintendente Cecilia Gasdia che sarà nel cda composto, oltre che da lei, da due tecnici che ben conoscono la macchina dell’ente lirico: Flavio Piva, manager di grande professionalità finanziaria e di navigata esperienza politica e Gianfranco De Cesaris, che già si era fatto apprezzare come direttore generale nel primo mandato di Cecilia Gasdia.
I due tecnici non avranno deleghe; deleghe che invece saranno pienamente operative per Gasdia e per il direttore di questa società, quella Cecilia Baczynski già segretaria generale e braccio destro di Gian Marco Mazzi quando questi guidava l’extralirica come amministratore delegato. E proprio Mazzi ha caldeggiato il nuovo assetto della società, chiedendo ai tecnici di dare una mano alla Fondazione in questo difficile momento nel quale da una parte si è consumata la frattura con il Comune e il sindaco/presidente Damiano Tommasi (la famosa votazione 4 a 3 che ha confermato Cecilia Gasdia) e dall’altro l’imminente arrivo dei concerti.
Tutto questo senza aspettare il parere di Palazzo Barbieri che anche questa volta resta in minoranza e rischia, come già avvenuto nella partita sul sovrintendente, di non toccare palla. I quattro soci di maggioranza, vale a dire Camera di commercio, Cattolica-Generali, ministero e Regione tirano dritto per la loro strada, dando l’impressione di voler governare la Fondazione Arena a prescindere da quello che pensa Palazzo Barbieri. E questo conferma che non c’è stata quella ripresa del dialogo da molti auspicata.
Comune che però avrà sempre l’ultima parola sull’attività dell’extraliricaperché Palazzo Barbieri è il proprietario dell’anfiteatro e quindi la Fondazione Arena deve chiedere alla Giunta, ogni volta, il permesso per l’uso dell’Arena in occasione di concerti ed eventi.
Il 25 aprile Lazza, poi Sferaebbasta. Confermare le date degli eventi: ecco l’urgenza di far ripartire la società per l’extra lirica
La possibilità per il Comune e la Giunta di mettere i bastoni tra le ruote e rendere la vita difficile alla maggioranza della Fondazione è molto concreta. Vuoi per le tariffe, vuoi per la tutela del monumento areniano, vuoi per problemi legati alle date, i motivi per sollevare obiezioni potrebbero essere infiniti.
Tuttavia va anche tenuto conto che gli incassi dell’extralirica sono assai preziosi per l’attività dell’ente areniano dal momento hanno portato nelle casse della Fondazione Arena qualcosa come due milioni di euro. E l’ente ha un debito complessivo di 20 milioni che deve recuperare a rate. E le risorse finanziarie servono.
Si troverà il modo di ricucire la spaccatura o invece si alzerà ancora di più il livello dello scontro? Una domanda che interroga tutta la politica cittadina alla vigilia della stagione dei concerti e del Centenario del festival areniano e che coinvolge una Fondazione già difficile da gestire quando c’è unanimità, figurarsi quando i vertici non viaggiano di comune accordo. E in questo clima difficile va tenuto presente il ruolo dei sindacati, che avvertono l’enorme pericolo di una stagione all’insegna delle fratture tra i soci e hanno chiesto un Consiglio comunale straordinario per sollecitare una gestione unitaria.
Tuttavia, la mossa operativa di rimettere in piedi la società Arena di Verona srl rendendola subito operativa era più che urgente: ad aprile sono già in calendario i primi concerti pop. Impresari e artisti non trovando più Mazzi come interlocutore potevano anche chiedersi se l’evento era confermato o da annullare. Si dovevano dare certezze agli impresari. E allora si aprano le danze: il 25 aprile arriva Lazza, rapper e produttore milanese classe 1994, poi due serate di Sferaebbasta il 27 e 28 aprile. A maggio Il Volo. Ci sarà il decollo?