Ex Manifattura Tabacchi, fumo e arrosto L’area è destinata a diventare un polo multifunzionale. I lavori sono previsti per l’inizio del secondo semestre di quest’anno. Ma la vera novità, dopo l’avvio dell’inchiesta giudiziaria, è il cambio di governance per tranquillizzare gli investitori

Si parla tanto in questi giorni del nuovo Piano di assetto territoriale preparato dal Comune, la maggioranza che sostiene il sindaco Tommasi si divide sul tema decennale traforo sì, traforo no, traforino breve traforo lungo e via di questo passo. Ci sono grandi dibattiti sui massimi sistemi, intervengono gli ambientalisti, gli urbanisti, i progressisti e i massimalisti, ma c’è un elefante nella stanza. Che si fa finta di non vedere o ci si gira dall’altra parte. Ed è un grande, enorme nodo dell’urbanistica cittadina: la riqualificazione delle aree degradate. Come viene fatta? Chi decide? Come si scelgono gli interlocutori privati? Quali garanzie di trasparenza si chiedono visto che si tratta di investimenti di decine di milioni di euro? Tema delicatissimo, scivoloso, infido, come ha dimostrato la maxi inchiesta della procura antimafia di Trento sull’impero del magnate austriaco René Benko che in Italia aveva due soci e rappresentanti per il territorio: il commercialista Heinz Peter Hager e il manager Paolo Signoretti. L’inchiesta che ha dato vita a numerosi arresti ai domiciliari, oltre 70 persone indagate tra cui l’ex assessore all’Urbanistica dell’amministrazione Sboarina Ilaria Segala con l’ipotesi di aver agevolato questo gruppo finanziario-immobiliare ad aggiudicarsi la gara per il Central park (accuse respinte con decisione dall’interessata) contempla anche un capitolo veronese (oltre 220 pagine su un totale di 1160 dell’informativa) proprio per l’ex scalo merci delle Ferrovie. E di riflesso la vicenda fa riferimento anche ad altre aree di interesse del gruppo Benko-Hager-Signorini. Questi ultimi due erano a capo di Supernova, la società che ha in mano la riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi, recupero che sta andando molto a rilento. Dai proclami enunciati nel corso dei vari sopralluoghi compiuti quattro anni fa da Segala (all’epoca asessore) con Hager e Signorini nel cantiere dell’ex Tabacchi sembrava che la rigenerazione urbana di quest’area di oltre 30 mila metri quadrati dovesse essere pronta già quest’anno. E gli sviluppi dell’inchiesta che ha coinvolto i vertici di Supernova avrebbero potuto portare nuovi rallentamenti. Per fugare ogni timore e dare ampie rassicurazioni al territorio che agli investitori e agli istituti di credito che sono impegnati in questa operazione, la società ha diffuso una nota dai toni molto tranquillizzanti. E soprattutto si dà notizia dell’avvicendamento dei manager al vertice dell’operazione. Hager e Signoretti non compaiono più. Sono stati sostituiti. Ma ecco i passaggi più rilevanti della nota che ribadisce il progetto “strategico” di rigenerazione dell’ex Manifattura Tabacchi, area “destinata a diventare un polo multifunzionale che unirà storia, innovazione e sostenibilità, trasformando una zona in stato di abbandono dal 2000 in un luogo vivo e dinamico”. Ma qual è lo stato dell’arte oggi? “Attualmente -dice la nota ufficiale-, il progetto è nella fase di ottenimento del permesso di costruire e i lavori sono previsti per l’inizio nel secondo semestre del 2025. I dialoghi con stakeholder strategici, tra cui la Fiera di Verona e l’amministrazione comunale, stanno proseguendo in modo costruttivo, rafforzando la fiducia nel successo dell’iniziativa”.

Un messaggio spedito agli investitori. Per tranquillizzare anche gli istituti di credito esposti in questa grande operazione 

E veniamo alla vera novità: la nuova governance. Hager e Signoretti erano erano al vertice della VR.RE srl, braccio operativo di Supernova e proprietaria dell’area ex Manifattura Tabacchi. “La nuova governance presieduta da Riccardo Ricci, CEO della società proprietaria del compendio denominata VR.RE srl ha rafforzato ulteriormente la solidità e la trasparenza del progetto”, afferma la nota della società che conferma l’uscita di scena almeno dla punto di vista ufficiale e formale dei due personaggi coinvolti nell’inchiesta. “Questo piano di intervento – dichiarara Ricci – presenta un’importante opportunità di rigenerazione urbana per Verona e un chiaro esempio di come una visione strategica condivisa possa valorizzare il patrimonio storico, integrandolo con funzioni moderne. Il nostro impegno è massimo nel garantire la continuità e il successo dell’iniziativa, sostenuti da partner di comprovata solidità e da una solida struttura finanziaria”. Un chiaro messaggio, come si diceva prima, per tranquillizzare gli investitori e gli istituti di credito e chiunque si sia esposto in questa grande operazione di riqualificazione urbana. Lorenzo Arcadia, Senior Development Manager, aggiunge: “La rigenerazione dell’ex Manifattura Tabacchi è molto più di un intervento immobiliare: è un progetto che restituirà alla città un’area simbolo della sua storia, trasformandola in un punto di riferimento per residenti e visitatori. Grazie al lavoro di un team multidisciplinare di altissimo standing, composto da professionisti internazionali, stiamo assicurando che ogni fase del progetto venga portata avanti con competenza e attenzione ai dettagli, nel rispetto delle tempistiche e della visione complessiva.” Nello specifico che cosa prevede il progetto? Strutture ricettive: un Business Hotel e un Iconic Budget Hotel ; aree commerciali e di ristorazione: spazi dedicati al food e al tempo libero; spazi direzionali: uffici e coworking; aree verdi e piazze: una piazza centrale con la storica ciminiera in mattoni, simbolo del sito industriale, e percorsi pedonali. Le rassicurazioni non finiscono qui. Il comunicato della società VR.RE., promotrice del progetto “ribadisce la propria estraneità a qualsiasi veicolo finanziario riconducibile a René Benko o al gruppo Signa (oggetto appunto dell’inchiesta della Procura di Trento-ndr). Il progetto dell’ex Manifattura Tabacchi è sostenuto esclusivamente da una struttura finanziaria solida e da soci qualificati, come Supernova, FRI-EL Green Power S.p.A. e Taconic Capital, che condividono una visione strategica e sostenibile per il futuro della città”. Insomma, VR.RE si chiama fuori dall’inchiesta che ha colpito l’impero di Benko e vuole garantire che al di là di questa cortina di fumo e polemiche sugli investimenti immobiliari c’è anche della sostanza. E trattandosi di una ex manifattura dove si lavoravano le foglie di tabacco per produrre sigari, è proprio il caso di dire che non c’è solo fumo, ma anche arrosto. mb