Eh già, mettiamola così. Clivense a parte, non è quel che si dice un gran momento per il quartiere Chievo. Non solo per la fine della squadra di Campedelli, che pure, per vent’anni e più, è stata motivo d’orgoglio. “Dove abiti?”. “A Chievo”, dicevi a Singapore. E ti dicevano: “Chievo, serie A…”.
Oggi è tutto diverso, anche per l’area di quell’azienda, che pure è stata a lungo vicina al primo Chievo. Ricordate, Cardi Chievo, si chiamava, ai tempi belli della serie D.Quando l’azienda leader del settore trasporti, era lo sponsor della squadra. Andava a cento all’ora l’azienda, mentre la squadra ancora non sapeva che cosa sarebbe successo un po’ più avanti.
Oggi, il Chievo non c’è più e l’area ex Cardi è in totale abbandono. Al centro di questioni politiche che finiranno per renderne ancora più triste il degrado e assai problematico il recupero. Che fare? Si passa da un’interrogazione all’altra, da un’ipotesi all’altra, senza alcun passo avanti concreto. Col rischio di vedere vanificato un progratto (che pure c’è) di recupero dell’area. Con spazi verdi, parcheggi (anche per il centro Bottagisio, che ne ha estrema necessità) e altri servizi essenziali.
“Noi della Sarmar ci siamo”, afferma l’azienda che per prima ha disegnato un progetto di riqualificazione, cui non è stato possibile dar seguito.
La Sarmar, tra l’altro, aveva da tempo stipulato un regolare contratto preliminare di compavendita. Inoltre, aveva impedito che l’area ex Cardi andasse all’asta, intavolando trattative con le banche creditrici per accollarsi eventuali oneri.
In sostanza, un iter individuato e seguito, che portasse a concretizzare quel progetto di riqualificazione e di sviluppo dell’area.
In particolare, erano previste palazzine di 4/5 piani senza insediamenti commerciali, più, come detto, quei servizi ritenuti essenziali per il quartiere e la sua vivibilità. Proposta che, a fine aprile, è stata in realtà “cassata”, con l’ipotesi di inserimento nella variante 29.
Per la quale, tuttavia, sono previsti tempi di attuazione molto lunghi, che potrebbero compromettere la possibilità di recupero dell’area e, nel frattempo, accentuarne il degrado.
Come detto, frequenti anche gli interventi delle forze politiche di minoranza. L’ultimo, quello di Traguardi, che “in mancanza di notizie sul destino della zona, chiede che parte, nel progetto di riqualificazione, dell’area sia destinata a parcheggio per i residenti e alla piantumazione di alberi e che via Perloso diventi pedonale durante gli orari di entrata ed uscita dalle scuole. È infatti necessario garantire che gli interventi edilizi che potranno arrivare nella zona non stravolgano viabilità e vivibilità del Chievo, e che anzi possano essere l’occasione per dotare il quartiere di servizi aggiuntivi che ora mancano e di provvedimenti per ottimizzare la sicurezza stradale.
Per questo stiamo raccogliendo le firme dei cittadini e le loro opinioni, mai realmente prese in considerazione da chi ha amministrato la città negli ultimi 15 anni”.