EVENTI GAY E TOCATÌ, STOP DEL COMUNE Non ci sarà “La Biblioteca vivente”, l’iniziativa della Fondazione San Zeno, guidata da Sandro Veronesi, patron di Calzedonia. “Siamo rimasti vittime del pregiudizio”

Non ci saranno gli appuntamenti dedicati all’editoria gay nel programma del Tocatì 2017 il festival dei giochi di strada in programma fino a domenica a Verona. Lo ha deciso il Comune, tra gli organizzatori della rassegna, ponendo il veto ai laboratori promossi dalla ‘Biblioteca Vivente’ alla libreria civica dove avrebbero dovuti essere presentati volumi come ‘Lesbica e va bene così’, ‘Diversamente amare’ e ‘Mio figlio gay’. L’amministrazione, guidata dal sindaco di centrodestra Federico Sboarina, ha accolto una presa di posizione dell’associazione ‘Popolo della Famiglia’ che ha visto nell’iniziativa della ‘Biblioteca Vivente’, “un indottrinamento culturale-ideologico” e “tentativi di manipolazione culturale che minano la struttura fondamentale della società”. A sua volta il Comune ritiene che “la tipologia di contenuti proposti non sia adeguata al messaggio culturale del festival tradizionalmente indirizzato alle famiglie e al pubblico dei bambini”. Nel pomeriggio la Fondazione San Zeno, presieduta dal patron di Calzedonia Sandro Veronesi, ha rotto il silenzio. “Non aspettateci per la Biblioteca vivente. Non ci saremo. Il perché lo trovate sui giornali, sui messaggi e sulle chat che si rincorrono in queste ore. Volevamo affrontare il tema dei pregiudizi e ne siamo stati vittime. Con lo spirito dell’incontro, della comunità e dell’appartenenza. Le stesse tre parole chiave del Tocatì – Festival Internazionale dei Giochi in Strada di quest’anno. Ci sentiamo responsabili e liberi. Responsabili di proporre da 10 edizioni la Biblioteca Vivente, un format del Consiglio d’Europa diffuso in tutto il mondo. Liberi di affrontare con le nostre iniziative temi, problemi. Indipendenti e lontani dagli schieramenti. Guardiamo avanti. Sempre con lo stesso desiderio, quello di immaginare il cambiamento in tutti i paesi in cui sosteniamo progetti – chiude il comunicato -. Oggi ancor più consapevoli che questo sia necessario anche nella nostra città”. Ma per Sboarina l’azione culturale importante di abbattimento dei pregiudizi “va collocata in contesti diversi”.