Il nucleo della Guardia di Finanza di Verona guidato dal tenente colonnello Vito Pulieri, all’esito di specifiche indagini delegate dalla Procura della Repubblica nel settore del contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, ha dato esecuzione due distinti decreti di sequestro preventivo “per equivalente” per un importo complessivo di oltre 4,6 milioni di euro.
Si tratta di due provvedimenti emessi all’esito di altrettante operazioni di servizio.
Il primo è stato assunto dal Gip del Tribunale di Verona, dott.ssa Livia Magri, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Maria Beatrice Zanotti, nei confronti di quattro società operanti in provincia nei settori della costruzione di edifici e di linee ferroviarie, nonché del commercio all’ingrosso di rottami e della fabbricazione di strutture metalliche, sino alla concorrenza del valore delle imposte evase (euro 3.263.023).
Gli amministratori sono indagati per le ipotesi di reato di cui agli artt. 2 («dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti») e 8 («emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti») del d.lgs. n. 74 del 2000.
Il suddetto sequestro – che fa seguito, in particolare, ad altro analogo provvedimento eseguito lo scorso mese di settembre nell’ambito dello stesso filone investigativo – giunge al termine di specifiche indagini all’esito delle quali le Fiamme Gialle veronesi hanno scoperto che le società coinvolte, negli anni 2015, 2016 e 2017 si sono avvalse di fatture per operazioni inesistenti, emesse da imprese compiacenti facenti capo – a vario titolo – a una famiglia calabrese stabilitasi da tempo nella provincia.
L’imposta sul valore aggiunto e le imposte sui redditi evase ammontano a 3,2 milioni di euro.
L’ulteriore provvedimento ablativo in corso di esecuzione, per circa 1,4 milioni di euro, è stato adottato dal medesimo Gip, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Carlo Boranga, nei confronti di una cooperativa operante sul territorio scaligero nel settore della logistica, sino alla concorrenza del valore delle imposte evase, quantificate in euro 1.395.516.
L’amministratore della cooperativa è stato indagato per l’ipotesi di reato di cui all’art. 10-ter («omesso versamento di IVA») del d.lgs. n. 74 del 2000.
I finanzieri, in particolare, hanno appurato che la cooperativa in questione, dopo aver concordato con l’Agenzia delle Entrate un piano di ammortamento per “sanare” l’omesso versamento dell’IVA dovuta per l’esercizio 2016, ha eseguito il pagamento solo delle prime due rate pari a circa 91 mila euro ciascuna, omettendo di versare il cospicuo residuo importo di circa 1,3 milioni di euro.
Il contrasto alla criminalità economico-finanziaria e l’individuazione di fenomeni fraudolenti che consentono l’illecita sottrazione di risorse al Paese e alla collettività rimane un prioritario obiettivo della Guardia di Finanza, in particolare nell’attuale scenario di crisi generata dalla pandemia in atto.