L’Europeo di calcio 2032 c’è: si giocherà in Italia e in Turchia. Gli stadi italiani saranno probabilmente sei e non più solo cinque come si pensava in un primo momento. E tra questi sei Verona ci vuole essere con il Bentegodi. Uno stadio tutto da risistemare per essere adeguato agli standard internazionali, con aree tecniche da reinventare, tribune da rifare, accessi da riqualificare e così via. Ma il sindaco Tommasi, forte del suo passato di calciatore internazionale, vuole essere in partita. E questa mattina al termine della Giunta era fiducioso che Verona possa giocarsi le sue carte. Perché? Perché E’ l’unico grande stadio di tutta la zona del Nordest: quello di Udine è troppo ridotto, per il resto non c’è altro. “L’obbiettivo è quello di presentarsi con un progetto fortemente innovativo: va progettata una struttura con un utilizzo polifunzionale in linea con i più moderni impianti europei e con la possibilità di andare oltre i soli eventi calcistici”, sottolinea il sindaco Damiano Tommasi, con delega allo Sport. E la scelta degli stadi dovrà rispondere anche ad una disposizione geografica utile per tutti gli italiani.La scelta degli stadi dovrà avvenire entro il 2026, ci sono tre anni di tempo. Potrebbero diventare 12 totali, 6 per ciascun Paese, Italia e Turchia appunto, se dovesse cambiare il format. Le federazioni avranno tempo fino ad ottobre 2026. Attualmente il dossier dell’Italia fa riferimento a 10 città: Roma, Milano, Torino (Allianz Stadium), Napoli, Genova, Bari, Bologna, Firenze, Verona e Cagliari.
Già approvata la delibera con le richieste della Uefa
Il Comune si è impegnato per avviare un processo di adeguamento dello stadio. Gravina (Figc): “Grande opportunità, una svolta storica”
Tempi che consentirebbero a Verona di rimettere a posto il Bentegodi, dopo che il sindaco ha fatto cadere ogni velleitaria ipotesi di demolire il Bentegodi per realizzare una Nuova Arena, propagandata per mesi e mai andata avanti per mancanza di concretezza. La Uefa, per ciascuna sede, richiederà garanzie su progetti di ristrutturazione, con un piano di finanziamento già certo. Una volta superato questo step, le due federazioni si accorderanno su gara inaugurale e finale. Il Comune si batterà perché il Bentegodi diventi la sesta sede e proprio per questo la Giunta comunale lo scorso 8 settembre ha approvato l’atto di indirizzo preliminare per il sostegno alla candidatura. Si chiama in termine tecnico “Stadium agreement” e recepisce le modifiche chieste dalla Uefa per essere sede degli Europei. Nel caso in cui Verona diventasse sede delle partite dei Campionati europei, il Comune si impegna ad avviare un processo di adeguamento dello Stadio Bentegodi affinchè risponda ai requisiti previsti dalla Uefa. Una vetrina internazionale enorme, che ripeterebbe ma con ben altra eco visti i tempi odierni, quella dei Mondiali 90 quando Verona ospitò al Bentegodi alcune partite dei gironi eliminatori con il Belgio protagonista. Per questa eccezionale occasione, che richiamerebbe in città migliaia di turisti e porterebbe Verona in tutti i Paesi europei e non solo, la delibera comunale prevede di “sviluppare uno Stadium Sustainability Concept e nominare un responsabile; mettere a disposizione locali, terreni, infrastrutture e impianti necessari presso lo stadio; fornire a proprie spese tutti i necessari permessi/autorizzazioni; garantire l’esclusività dell’utilizzo dello stadio nel periodo richiesto, anche rispetto a promozione/vendita/commercializzazione di marchi/prodotti; nominare un team di professionisti a sostegno di UEFA; informare su qualsiasi cambiamento strutturale dello stadio e della sua perdurante conformità ai requisiti del torneo; rendere disponibili gli spazi commerciali esistenti; concedere a UEFA licenza d’uso di grafica e brand dello stadio; stipulare assicurazioni di responsabilità civile per danni a terzi secondo i massimali richiesti, inclusiva di copertura da atti terroristici; sostenere i costi (con le Autorità competenti) delle misure di prevenzione e sicurezza in occasione delle partite del torneo. “L’assegnazione di Euro 2032 all’Italia con la Turchia è una svolta storica per noi. E’ una grande opportunità per rivoluzionare l’idea di infrastrutture nel nostro Paese”, ha sottolineato Gabriele Gravina subito dopo la decisione Uefa. “Abbiamo ottenuto tre anni di tempo per raccogliere le idee, progettare e poi realizzare – ha detto il presidente Figc parlando a Sky – Non partiamo svantaggiati: nella candidatura tre stadi sono stati considerati in modo positivo, ne mancano due/tre”. “Confidiamo nell’appoggio di tutti – ha chiuso Gravina – a cominciare dal Governo. Ben venga un commissario straordinario per gli stadi ma non ci si illuda che basti da solo”. Le risorse? Per appuntamenti così rilevanti, arriveranno di sicuro.
Bozza: “Bentegodi come il Bernabeu”
Consigliere di FI ed ex assessore allo Sport: “Tommasi ha perso tempo. Servono 20 milioni”
“Auspico che Verona possa essere tra le sedi italiane dell’Europeo 2032. Si faccia gioco di squadra, senza divisioni politiche, per la città sarebbe un’occasione troppo importante”. A dirlo il consigliere regionale e comunale di Forza Italia Alberto Bozza, componente della commissione regionale Politiche per lo Sport e della Consulta regionale dello Sport, già assessore allo Sport del Comune di Verona dal 2015 al 2017. Bozza premette: “Il sindaco Tommasi deve decidersi: o si fa un nuovo stadio in un altro sito, ma in quel caso visti i tempi bisogna agire subito; oppure – soluzione più percorribile – suggerisco di ripartire, come riferimento, dal progetto di riqualificazione e riammodernamento del Bentegodi che l’amministrazione Tosi propose per Euro 2012. È ancora in linea con i parametri Uefa e probabilmente la strada più logica, rapida ed economica. Non c’è molto tempo e va detto che il sindaco, nonostante sia uomo di sport e si sappia da tempo che l’Italia ospiterà gli Europei 2032, in questi mesi è rimasto immobile”. Bozza spiega che il progetto di semplice rivestimento del Bentegodi, nato durante l’amministrazione Tosi, “è simile per modalità al recente riammodernamento del Bernabeu di Madrid. All’epoca ci costava circa 20 milioni di euro. Le nuove tribune sarebbero disposte a ridosso del campo e sorgerebbero all’interno dell’attuale ovale. Lo stadio, dunque, sarebbe più piccolo come dimensioni e gli spazi in esubero che si ricaverebbero sarebbero destinati a uffici, negozi e ristoranti”. Per Bozza, invece, “non avrebbe senso prevedere un progetto ex novo nel sito dell’attuale stadio”, poiché “sarebbe troppo invasivo per il quartiere e complesso”, infatti “significherebbe buttare giù tutto e disfare completamente i sotterranei, che sono una piccola cittadella. Aggiungiamoci che la struttura in cemento armato del Bentegodi è estremamente solida e su quella si costruirebbe il rivestimento, salvando così anche l’impianto fotovoltaico dell’attuale copertura”. Bozza però dice di essere disposto a confrontarsi con l’amministrazione e il sindaco: “Sarebbe opportuno che le conoscenze di chi ha amministrato in passato si unissero a chi è al timone della città oggi. Verona ha tre anni per presentare un progetto competitivo”.
Olimpiadi 2026, la grande opportunità
Numerosi bandi per le infrastrutture e per rendere accessibili quelle oggi esistenti
I Giochi olimpici e Paralimpici dovranno essere un’esperienza appagante per tutti, liberi da ogni barriera e discriminazione. E Verona per essere accogliente dovrà essere prima di tutto accessibile, nei suoi monumenti, nelle infrastrutture così come negli impianti sportivi e nelle strutture ricettive. Una svolta senza precedenti per la quale servono risorse ma anche consapevolezza, quella che da oggi si cerca di promuovere in una serie di incontri nei territori interessati dai Giochi invernali 2026, il primo dei quali si è svolto proprio oggi, davanti ad operatori economici e stake holders. In Gran Guardia si è infatti parlato di strategie, progetti e opportunità legati al tema dell’accessibilità per le persone con disabilità, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026. Un evento promosso dalla Regione Veneto, in collaborazione con il Comune di Verona e con Fondazione Milano Cortina 2026. Per l’Amministrazione ha partecipato la vicesindaca Barbara Bissoli, che fa parte dell’Unità di progettazione del Comune di Verona per le Olimpiadi e Paralimpiadi 2026. “Riteniamo questo evento fondamentale non solo per l’impegno dell’Amministrazione comunale che è massimo, sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista delle risorse personali e finanziarie in vista di un evento epocale e storico per la città di Verona – ha detto la vicesindaca Barbara Bissoli nel suo intervento di saluto-. Mi riferisco a rendere accessibile l’Arena a tutte le persone che vogliono accedervi, persone con disabilità o senza. Anche dal punto di vista del linguaggio è importante adeguare il nostro modo di parlare a questa nuova cultura improntata all’inclusività e all’accessibilità e questo vuole fare il Comune di Verona in modo concreto. Non solo rendendo accessibile da chiunque il monumento della città ma anche tutte le strutture vocate all’accoglienza perché saranno giorni molto importanti da un punto di vista di visitatori e persone che arriveranno sul nostro territorio. Sarà inoltre un evento che richiederà un grande sforzo organizzativo per la sicurezza dei luoghi e delle persone da parte di tutte le istituzioni che ancora una volta e più di sempre dovranno fare rete per garantire che questi eventi Olimpici e Paralimpici si realizzino nel modo più corretto possibile”. Nel corso del pomeriggio si è entrati nel vivo delle progettualità regionali e delle opportunità finanziare, a partire dai numerosi bandi in fase di espletazione su diversi ambiti di intervento. Una parte andranno al comparto infrastrutture, per realizzarne di nuove o ammodernare e rendere accessibili quelle esistenti. In arrivo ci sono anche progetti per promuovere la formazione culturale, anche nelle scuole, e per incentivare la pratica dello sport a tutti i livelli, con un’attenzione particolare alle associazioni e gli enti che garantiscono l’accesso all’attività sportiva agli atleti con disabilità. Non mancheranno ovviamente finanziamenti per migliorare gli impianti sportivi esistenti. Un capitolo sarà riservato anche alla comunicazione. Sono intervenuti Diana Bianchedi, Games Project & IOC/IPC Relations Director Fondazione Milano Cortina 2026; Massimo Vesentini per la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, il presidente della Provincia di Verona Flavio Massimo Pasini e la vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti.