Per la qualità dell’aria sono in arrivo le nuove misure viabilistiche decise dal Tavolo Tecnico Zonale (TTZ) convocato dalla Provincia di Verona.
Alla riunione convocata ai Palazzi Scaligeri erano presenti i rappresentanti dei Comuni e di Arpav.
All’ordine del giorno le misure della Regione, in linea con quelle previste per lo scorso inverno, per il miglioramento della qualità dell’aria in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea del novembre 2020 sul superamento dei valori limite di Pm 10 in diverse regioni del nord Italia: Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Le misure dovranno essere applicate dai Comuni dal primo ottobre fino al mese di aprile.
Rispetto all’anno scorso, viene meno la deroga in “periodo verde” – richiesta allora dalla Provincia e dal Comune capoluogo – al divieto della circolazione degli euro 4 diesel nei comuni con più di 30 mila abitanti e nell’agglomerato urbano. Deroga che era stata concessa dalla Regione per lo stato di emergenza per il Covid-19. Quindi il limite alla circolazione dei diesel euro 4 quest’anno, nell’agglomerato di Verona (città e altri comuni della cintura), è previsto già in periodo verde, dalle 8,30 alle 18,30, e sarà esteso in allerta arancio, come nel 2021, ai veicoli a benzina euro 2 e diesel euro 5 destinati al trasporto persone. I diesel euro 5 per il trasporto merci non potranno circolare allo scattare dell’allerta rossa dalle 8,30 alle 12,30. Le allerte verranno stabilite in base agli sforamenti dei limiti di Pm 10 nell’aria. Arpav ha ricordato nell’incontro di ieri che le giornate di allerta a Verona nello scorso inverno sono state sette, tutte arancio, un dato inferiore alla media dei comuni capoluogo di provincia in Veneto.
Sempre vietato, dall’allerta arancione in poi – dal primo ottobre al 15 aprile – lo spandimento di liquami, dove non previsto con la tecnica a “iniezione” o con interramento immediato. Esclusi da tale misura i territori “Alpi e Prealpi”, ovvero per il veronese parte del Baldo e della Lessinia.
La misura che prescrive, come nel 2021, il divieto delle combustioni all’aperto per tutto il periodo dal primo ottobre al 30 aprile ha trovato la perplessità di alcuni Comuni delle aree collinari e del Garda a vocazione olivicola. Altri Sindaci, nel contesto della crisi energetica in corso, hanno sollevato dubbi sulla misura, già efficace lo scorso anno, che prevede il divieto di utilizzare le stufe a biomasse di minore efficienza. Le osservazioni verranno inserite nel verbale della riunione che sarà inviato alla Regione.
La Provincia ha poi invitato i Comuni dell’agglomerato a coordinarsi per le misure previste dalla delibera regionale per le sette domeniche ecologiche da tenersi obbligatoriamente (in forma volontaria per gli altri territori scaligeri). Un promemoria per permettere alle amministrazioni di pianificare il calendario, riducendo sensibilmente l’impatto sulle attività economiche e le difficoltà di spostamento dei cittadini, in particolare durante le feste. Alcune amministrazioni presenti alla riunione, tra cui quella di Verona, hanno fatto sapere di essersi già attivate per analizzare soluzioni e iniziative da attuare. La Provincia ha confermato la propria disponibilità per il coordinamento dei tavoli di confronto tra i Comuni.
Ricordiamo che fanno parte dell’agglomerato urbano, oltre al capoluogo: Bussolengo, Buttapietra, Castel d’Azzano, Grezzana, Lavagno, Mezzane di Sotto, Negrar, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, San Pietro in Cariano, Sommacampagna, Sona e Villafranca.
Spetterà ora ai Sindaci emettere le ordinanze con le misure per i rispettivi territori, inviarle alla Provincia che le trasmetterà alla Regione.