Una manovra di sopravvivenza, che delude un po’ su alcuni punti rispetto ai quali ci si aspettava qualcosa di più. E’ questa la posizione di Confagricoltura Verona sulla Legge di bilancio varata dal Consiglio dei ministri. “E’ una manovra minima, dovuta alle contingenze del momento nel senso che non ci sono soldi- , commenta Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. E’ una Finanziaria purtroppo ancora pesantemente a debito, perché, a parte i dieci miliardi circa lasciati da Draghi, tutto il resto che manca ai 35 miliardi complessivi è, di fatto, da coprire. Non è una manovra completamente da buttare, ma come imprenditori agricoli siamo rimasti un po’ delusi dal cuneo fiscale, che ha una riduzione sì del 2-3 per cento, a seconda dello scaglione, ma è poco incisivo. Non ravvisiamo, insomma, una vera incidenza sull’aumento degli stipendi e dei salari. Per quanto riguarda le pensioni minime, anche qui delusione, perché passano da 530 euro a 600 euro: siamo ben lontani da una pensione decente. Bene l’aiuto al caro energia con il mantenimento dell’azzeramento dei costi accessori. Meno bene per la riduzione delle accise sui carburanti, che di fatto, ad eccezione degli autotrasportatori che ne godranno ancora al 100 per cento, per il resto verranno ridotte a una detrazione di 18 centesimi, che non è tanto. Sul reddito di cittadinanza concordiamo sull’approccio alla cancellazione, ma ci auguriamo che sia più una rivisitazione complessiva, perché riteniamo che in alcuni casi sia ancora necessario mantenere un sussidio di sopravvivenza. Per quanto riguarda il credito d’imposta, viene mantenuto e aumentato un po’, ma è un po’ una presa in giro, perché è evidente che se non faccio reddito o utili è inutilizzabile”.