Sono cominciate questa mattina le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il primo ad essere ricevuto è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa.
A seguire il presidente della Camera, il veronese Lorenzo Fontana.
“Un colloquio cordiale ed emozionante”, ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa al termine dell’incontro. “Vi ringrazio. Non c’è motivo di aggiungere nulla: il colloquio è stato molto cordiale e devo dire è sempre emozionante parlare con il presidente”, ha detto La Russa ai cronisti in attesa.
Lorenzo Fontana ha invece lasciato senza dichiarazioni lo studio alla Vetrata dopo circa 15 minuti di incontro con Mattarella.
Al Quirinale è tutto pronto, per le consultazioni. La sola novità, formale, è che le troupe tv non stazioneranno davanti la loggia d’Onore, dove c’è lo studio alla Vetrata, ma alla Sala della Scrigni: troppi gli accrediti e norme Covid da rispettare. Per il resto, da ieri sera c’è pure il calendario. La pratica verrà espletata in meno di due giorni, a maggior ragione per il fatto che il centrodestra ha deciso di presentarsi unito alle consultazioni.
MATTARELLA PREOCCUPATO. Ma Sergio Mattarella è ‘preoccupato’, eufemismo che si usa quando e se l’inquilino del Colle è ‘irritato’. La coerenza dell’Italia sulla politica estera e il mantenimento (saldo) delle alleanze dell’Italia (Ue, Nato e Usa) è un elemento imprescindibile e lui ne è il garante, anche perché è lui che presiede il Consiglio supremo di Difesa. Come cinque anni fa era decisiva, in un governo sovranista-populista, la casella del Mef, oggi lo è, causa la guerra in Ucraina – sempre più insidiosa e pericolosa – chi andrà a ricoprire la casella degli Esteri. Le cancellerie europee sono entrate in allarme, gli Usa pure. I russi, invece, se la godono. Berlusconi, con i suoi audio rubati, dimostra di essere ancora “dolcissimo”, con Putin.
Le attenzioni di Mattarella si convoglieranno lì. Ecco perché il predestinato alla carica, Tajani, potrebbe saltare in calcio d’angolo. Lui è adatto, il suo partito, FI, molto meno. Berlusconi è unfit (per richiamare un celebre titolo di The Economist del 2011), agli occhi dell’Europa. Troppe parole pro-Putin.
Persino l’ex putiniano Salvini se ne dice sorpreso.Un’altra grana, e pesante, per il governo Meloni.
LE “CASELLE’ MANCANTI. La leader di FdI sa che il Colle vigilerà su una serie di nomi: oltre agli Esteri, la Difesa, l’Economia, gli Interni, la Giustizia. La mossa potrebbe essere di mettere, alla Farnesina, Guido Crosetto, solida garanzia di solidità euro-atlantica, o Adolfo Urso, con Crosetto alla Difesa. Oppure l’ex ambasciatore Giampiero Massolo. Si vedrà, e si saprà, solo a partire da oggiIl potere di interdizione del Capo dello Stato, la famosa fisarmonica, è pronta per essere srotolata. E dire che Mattarella pensava non ce ne fosse bisogno. I rapporti con Giorgia Meloni sono buoni. Incomprensioni e accuse (da parte della Meloni) ce ne sono state, specie sugli incarichi di governo precedenti (Conte I e II, Draghi) ma superate. Certo, è un cattolico democratico a tutto tondo, custode di Costituzione e diritti fondamentali (diritti civili compresi) quello che attende la prima premier donna e di centrodestra.