Oltre 42 mila presenze in meno di 3 mesi. Un risultato straordinario per la 74a edizione dell’Estate Teatrale Veronese che torna a registrare i numeri pre-Covid al motto ‘Semina un nuovo inizio’. Una sfida vinta, dopo due anni di chiusure e limitazioni a causa pandemia che hanno modificato radicalmente le abitudini del pubblico. È aumentato, infatti, lo sbigliettamento a ridosso degli spettacoli, sia per il ritorno dei turisti sia per il rischio quarantena. A farla da padrone il Teatro Romano, con 36.687 ingressi nell’arco di una trentina di serate, che hanno registrato anche diversi sold-out. E un vero e proprio exploit della danza che ha superato i 15.000 spettatori, grazie anche all’atteso ritorno dei Momix. Finalmente, infatti, sul palcoscenico sono tornate le grandi compagnie, anche internazionali, messe in scena impensabili nel biennio 2020-2021.
La rassegna, organizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven, ha presentato, dal 22 giugno al 15 settembre, un ricco cartellone di teatro, danza e musica, confermandosi uno dei festival multiculturali più apprezzato a livello nazionale. Eleonora Abbagnato, Marco Paolini, Alessandro Preziosi, Jacopo Gassmann, Natalino Balasso, e ancora Black Pumas, The Kings of Convenience e Elio, sono solo alcuni dei big che si sono alternati sotto i riflettori, portando a Verona ben 17 prime nazionali realizzate appositamente per il festival scaligero.
Al lavoro, per garantire l’ottima realizzazione di ogni data, oltre una quarantina di maestranze a sera, 20 in servizio al Romano, tra tecnici, maschere, biglietteria, Vigili del Fuoco, baristi, oltre ai volontari della Croce Rossa. Ogni produzione aveva al seguito un’altra ventina di professionisti, tra elettricisti, macchinisti, fonici, costumisti. L’Estate Teatrale Veronese, curata dal direttore artistico Carlo Mangolini, è realizzata con il sostegno di Ministero della Cultura e Regione Veneto. Fondamentale è stato il supporto degli sponsor: AGSM-AIM, Banco Bpm, Cattolica Assicurazioni e Consorzio del Lessini Durello.
“Quello di quest’anno è stato per me un viaggio bellissimo – afferma il direttore artistico Carlo Mangolini -. Aspettavo con ansia di vedere il Teatro Romano riempirsi fino all’ultimo gradino con spettatori di diverse generazioni, riuniti insieme nell’antico rituale del teatro, sempre pronto a rinascere come l’araba fenice. E dopo tre anni e due edizioni ‘extraordinarie’ ho potuto vedere realizzato questo obiettivo, finalmente un programma compiuto, nei contenuti e nelle modalità, e il grande pubblico in teatro. Tra le tante scommesse vinte, due produzioni commissionate dal Festival e presentate in prima nazionale. Per il teatro “Iliade” di Baricco, che ha messo in evidenza la maturità registica di un talento veronese come Alberto Rizzi e la generosità di un artista come Natalino Balasso, che si è messo in gioco in uno spettacolo tragico e corale, molto lontano dalla sua confort-zone. Per la danza “Giulietta” con Eleonora Abbagnato che ha rivelato la bravura di due coreografi come Ripa & Repele, sviluppando il tema dell’innamorata più celebre della storia in modo inedito, tra adesione al mito e straordinaria eleganza formale. Pur con le inevitabili differenze di contenuto e di linguaggi portati sul palco, ogni serata resta per me indimenticabile, oltre che per l’affetto del pubblico, più che tangibile, anche per la generosità mostrata dai tanti musicisti, attori e danzatori coinvolti. A tutti loro va il mio grazie, nella convinzione che l’arte che ci regalano ogni giorno sia il migliore antidoto per azzerare ciò che di negativo continua a turbare il nostro presente”.