Perdita del lavoro per almeno 3500 addetti nella sola provincia di Verona, azzeramento del fatturato e possibile esplosione del fenomeno dell’abusivismo. Gli effetti della mancata riapertura dei “Servizi alla persona”, il prossimo 4 maggio, porterà inevitabilmente a questo scenario. Per parrucchiere, estetiste e l’intero comparto dei “Servizi alla persona”, la riapertura al 1° giugno equivale a una condanna.
“Così hanno deciso gli ‘esperti’ della cabina di regia tra governo e enti locali – sottolinea – Andrea Prando segretario regionale di Casartigiani Veneto – dimostrando, in realtà, di essere inesperti e assolutamente non competenti. Ci dovrebbero spiegare che cosa cambia da qui al 1° giugno. Perché per la categoria, invece, cambia molto, anzi tutto. Per alcuni settori del commercio o dei trasporti che prevedono il contatto sono state prese decisioni ben diverse. Chissà perché visto che questa categoria è ormai ai limiti della resistenza”.
Il prolungamento delle chiusure ha scatenato la rabbia e la preoccupazione di un settore che è messo a durissima prova dall’emergenza e da decisioni ritenute non adeguate da parte del governo.
A queste decisioni è direttamente collegato il fenomeno dell’abusivismo, cioè, di operatori irregolari che si improvvisano acconciatori senza averne i requisiti e che rappresentano un pericolo per la salute delle persone ancora maggiore in questa fase di emergenza sanitaria. “Per questo abbiamo scritto a tutte le autorità appellandoci anche la Costituzione perché, oltre ai doveri, esistono anche alcuni essenziali diritti per l’esercizio dell’attività d’impresa.