Valdonega: la Mercedes grigia, vecchio modello, svoltando a destra la prende larga. A fianco, a terra distante una manciata di centimetri, i massi di un muretto crollato e un pezzo di tronco abbattuto. Il marciapiede è ostruito. Lo scorcio è identico da tre settimane, dall’ultimo violento temporale che ha colpito Verona. San Zeno, incrocio con corso Milano: sull’erba dei giardini intitolati ai Caduti di Nassiriya giganteggiano le radici e la parte inferiore di un enorme fusto abbattuto dalla furia del vento. Poco più in là un altro tronco sui cui cerchi campeggia la scritta “Comune Vr” fatta con la bomboletta spray rossa. Dovrà essere rimosso: speriamo presto. Attorno rami e un nastro bianco e rosso a significare il divieto di avvicinarsi, come se i genitori smaniassero per portare i figli a giocare tra la vegetazione crollata e le lattine di birra ivi abbandonate dai soliti sbandati. Lungo certi tratti dei bastioni occorre fare la gimcana tra gli arbusti crollati. Le caviglie affondano nell’erba alta. Lungo le rigaste i cestini, a giorni alterni, traboccano di rifiuti. Anche davanti al parcheggio per i dipendenti dell’ospedale di Borgo Trento, in via Tomaso da Vico, il marciapiede è devastato: le radici di un altro arbusto caduto l’hanno sbriciolato. Adagiato, accanto, c’è un materasso: per procedere a piedi bisogna cambiare lato della strada. A fianco della Basilica del Santo ancora piante a terra. Circonvallazione Marconelli in certi punti sembra una lingua d’ asfalto in mezzo alla giungla. Piscine Lido, via Galliano: le quattro vasche comunali, le uniche a ridosso del centro, ormai chiuse da anni sono diventate una mefitica palude: acqua stagnante, rifiuti di ogni genere, terra e vegetazione che sono penetrati con forza laddove i veronesi e i turisti d’estate dovrebbero invece rilassarsi. A pochi metri c’è l’impianto dove si allena Federica Pellegrini, la più grande atleta italiana di tutti i tempi: capita spesso che giornali e tivù italiane ed estere vi facciano visita per intervistare la campionessa. Bisogna sperare che i cronisti non buttino l’occhio un po’ più avanti sulla sinistra. Nei quartieri, da San Michele alle Golosine, la situazione non è migliore, anzi. Sono mesi difficili, lo capiamo. Chi guida la città ha diversi problemi da risolvere e le grane sono all’ordine del giorno. Verona, rispetto ad altre città, resta un passo avanti o due. E però ciò non dev’essere una giustificazione per abbandonare il verde pubblico. Il Covid non può essere la giustificazione a tutto, sempre e comunque. Urgono interventi di manutenzione. Verona torni ordinata ed efficiente. Lo chiede la gente. Noi siamo semplici portavoce. A.G.
Home La Cronaca di Verona Erba di casa mia. Reportage nei luoghi dimenticati, tra alberi abbattuti e...