L’equilibrio al tempo del coronavirus. Ne usciremo, questo è sicuro. “Con pazienza, rispettando le regole” dicono gli scienziati. Gli unici che oggi ci possono indicare una strada e il modo di percorrerla. “Ci vuole anche unità, spirito di squadra” osservano. Questo lo dicono anche i politici, anche se spesso, la lezione che si ascolta è molto diversa. Il coronavirus non ha colore, non appartiene a nessuno, eppure c’è chi riesce pure a strumentalizzarlo. A sfruttarlo come mezzo per ottenere dei voti. A “cavalcare l’onda” per denigrare, criticare, dividere. Ma questo non è il momento di farlo, né il pretesto per colpire avversari. Se c’è un momento in cui un popolo deve dimostrare di che pasta è fatto, eccolo qua. Improvviso. Inatteso. Fastidioso. Insidioso. Ci ha tolto certezze. Ci ha regalato dubbi. Ci porterà difficoltà, non solo economiche. Ci obbliga a riscrivere un presente che avevamo già pianificato. Oggi viviamo nell’incertezza. E’ un tempo sospeso, che dissemina di dubbi il nostro presente. Questo è il momento di mettere da parte la tua bandiera, di stare con gli altri, di sentirti parte di una squadra più grande, dove non ci sono avversari che sbagliano, nemici da colpire, spazi da conquistare. Oggi c’è da rimboccarsi le maniche, pensare eventuali rimedi, tutti insieme, appassionatamente. Con umiltà, serenità, serietà. Le battaglie politiche lasciamole da parte. Le dichiarazioni di forza lasciano il tempo che trovano. Siamo fragili, molto fragili se ce l’eravamo dimenticati eccoci qua, alle prese con qualcosa che non conosciamo. Siamo deboli e mostrare i muscoli fa soltanto sorridere. Questo è semmai il tempo della riflessione. Della riscoperta di noi stessi. Di spazi che forse avevamo dimenticato. Quando il coronavirus sarà finito ci lascerà ferite, ma ci lascerà più forti. Forse.
di Raffaele Tomelleri