Si è chiuso in Sicilia, nei giorni scorsi, il trekking che ha percorso tutta l’Italia dei fisioterapisti di EOM Italia, la scuola di osteopatia che ha sede a Mozzecane, scesi in campo a fianco di migliaia di escursionisti che hanno camminato dalle Alpi allo Stivale per 7.850 chilometri.
Il progetto del più lungo trekking del mondo, denominato Va’ Sentiero, aveva l’intento di far conoscere il Sentiero Italia, un percorso realizzato tra il 1983 e il 1985 dai volontari del Club Alpino Italiano ma che poi, come tanti tesori della nostra Italia, è finito nel dimenticatoio. “Va’ Sentiero”, partito nell’estate 2019, ha attraversato 20 regioni, con 600.000 metri complessivi di dislivello e oltre 3.000 camminatori di 16 Paesi che hanno preso parte ad almeno qualche tratto delle 365 tappe: età minima 4 anni, massima 82. L’iniziativa ha visto la partnership di EOM, che lungo il percorso ha prestato i suoi fisioterapisti osteopati, a disposizione dei compagni di viaggio con trattamenti in caso di necessità. Nei momenti di break i professionisti, usciti da master post laurea o percorsi di cinque anni di studio a EOM, hanno dato anche informazioni su temi e problematiche più comuni legati al trekking: dolori frequenti, postura, gestione del carico dell’apparato scheletrico e così via.
Andrea Ferrero, fisioterapista professionista, 32 anni, laurea in fisioterapia e percorso didattico di cinque anni a Eom in osteopatia a Mozzecane, è entusiasta. “È stata un’avventura bellissima, che si è conclusa con l’ultima tappa in Sicilia, con arrivo a Messina – dice-. Io ho preso parte a una ventina di tappe, camminando per circa 500 chilometri, e coordinato altri fisioterapisti osteopati che hanno partecipato alle tappe nei loro territori di residenza o hanno dato la disponibilità dei loro studi in caso di problematiche fisiche. Abbiamo dormito nelle più svariate sistemazioni: dalla tenda agli ostelli, dagli oratori alle case di persone incontrate lungo il cammino. La cima più alta raggiunta è stata Pizzo Scalino, in Lombardia, a 3.323 metri; la tappa più lunga è stata nella zona del Monviso, in Piemonte, dove abbiamo camminato per 41 chilometri. Le problematiche che abbiamo affrontato sono state quelle alla schiena, dovute al sovraccarico dello zaino portato sulle spalle per ore, così come le conseguenze di traumi come le distorsioni. Concorda Andrea Turrina, socio fondatore e direttore di EOM Italia: “E’ stato un laboratorio esperienziale ineguagliabile per i nostri studenti, che va ad aggiungersi al master universitario in osteopatia o all’intero percorso formativo in osteopatia della durata di cinque anni, spalancando le porte a innumerevoli possibilità nell’universo professionale. Molti nostri ex studenti sono oggi fisioterapisti di importanti realtà sportive, dal calcio al rugby. Proprio per offrire ai laureati in fisioterapia con percorso formativo in osteopatia un’importante esperienza professionale all’interno del mondo sportivo abbiamo aderito anche quest’anno a “Osteopatia a due ruote”, scendendo in pista con i nostri studenti al servizio dei piloti di motociclismo nei circuiti di Coppa Italia e del Campionato italiano di velocità”.