Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo ha affermato che se entro due settimane le misure del nuovo dpcm non avranno avuto effetto “saremo pronti per decidere se abbiamo raggiunto il limite non compatibile e si deve passare ad un intervento più radicale come quello che abbiamo già dolorosamente sperimentato a marzo e aprile“, vale a dire un nuovo lockdown.Il limite per non arrivare a una seconda chiusura generalizzata, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, è il rispetto rigoroso delle regole.
Solo così il periodo vissuto in primavera potrà essere ricordato come una brutta esperienza del passato. La situazione del paese, ha continuato Miozzo, è in rapidissimo peggioramento e il dpcm in vigore da lunedì 26 ottobre risponde a tale quadro.
Ha quindi spiegato il senso delle restrizioni adottate, prime fra tutte la chiusura dei ristoranti e dei bar alle 18 nonché di cinema e teatri.
L’obiettivo, ha sottolineato, è quello di orientare i comportamenti dei cittadini al rispetto del distanziamento, alla riduzione di tutti i contatti a rischio e alla limitazione di tutte le possibili occasioni di contagio. “È la gradualità di comportamenti da mettere in atto come ultimo tentativo per evitare la ben più dolorosa decisione del lockdown generale“, ha evidenziato.
Quanto al trasporto pubblico, l’esperto ha affermato di aver chiesto una ventina di volte delle soluzioni per ridurre i picchi di utilizzo dei mezzi ma “non si è fatto abbastanza“. Miozzo si è poi spostato sulla situazione negli ospedali che, ha dichiarato, stanno soffrendo una pressione difficilmente sostenibile nel lungo periodo. L’unico modo per alleggerirla è secondo lui coinvolgere medici di famiglia e pediatri di libera scelta fornendo loro mezzi per operare, materiali di protezione e strumenti diagnostici.
Infine una precisazione sull’App Immuni.
A suo dire andrebbe fatto di tutto per promuoverla e far sì che tutti ce l’abbiano sul proprio cellulare. Di più, Miozzo ha proposto di renderla obbligatoria