Ennio, inno alla bravura e all’umanità Il film di Tornatore, dedicato all’immenso Morricone, ci regala un autentico capolavoro

70 anni di carriera, 500 colonne sonore, 70 milioni di dischi venduti, 2 Oscar, 1 Leone d’Oro alla carriera, innumerevoli altri premi e ora, finalmente, il più grande compositore del cinema di tutti i tempi è anche protagonista di un film.
A dedicarglielo è Giuseppe Tornatore, che col suo splendido Ennio – Fuori Concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia – ci regala una visione a tutto tondo sulla carriera e sull’umanità del genio musicale, rivelando personalità e peculiarità di un personaggio che sempre ha fatto di riservatezza, serietà e rigore una regola.

I film e l’umanità. Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, The Mission, Il buono, il brutto e il cattivo, The Hateful Eight sono solo alcuni dei titoli più rappresentativi del suo ineguagliabile percorso da compositore: Tornatore li magnifica tutti, chiedendo per la prima volta al suo amico di svelarsi raccontando tutti gli aneddoti più succosi della sua carriera; sulle prime rigido dietro la sua apparente glacialità, Ennio si lascia pian piano trasportare dal fascino dei ricordi e si spoglia in toto davanti al regista, bravissimo a penetrare nell’animo del musicista per poi ritornare in superficie e restituire allo spettatore un’emozione pura, immancabilmente accompagnata dalle musiche del maestro a ritmare la narrazione.
Ritmi e parole. A fianco alle parole dell’autore, le interviste condotte dal regista siciliano alla famiglia e ai grandi personaggi del cinema e della musica che lo hanno intercettato: da Clint Eastwood a Bruce Springsteen, Piovani, Bertolucci, i fratelli Taviani, passando dai colleghi Hans Zimmer e John Williams per finire poi con Quentin Tarantino e molti altri; tutte figure che con lui hanno collaborato – più o meno felicemente – e dalle cui opere il genio romano è riuscito a tirare fuori il meglio, rivelando, attraverso la sua musica, componenti narrative, temi e atmosfere e ritmi che altrimenti mai si sarebbero trasformate in realtà. E parliamo sì di film, ma anche di canzoni pop anni ’60, come Se telefonando e Abbronzatissima, per le quali Morricone è stato arrangiatore, come non ha mai disdegnato di comporre jingle televisivi per i quali l’élite intellettuale dei musicisti – compreso il suo intoccabile maestro Goffredo Petrassi – etichettava il compositore con il marchio di traditore.
VOTO 9

Maria Letizia Cilea