Cronica carenza di medici di medicina generale, come hanno evidenziato in questi anni numerose cronache cittadine; insufficienza del servizio di assistenza domiciliare e residenziale, specie per la non autosufficienza; forti ritardi nell’attuazione degli ospedali di comunità e delle unità per la riabilitazione programmate fin dal 2016.
Queste le maggiori criticità per il territorio veronese di competenza dell’Ulss Scaligera che emergono dal terzo approfondimento dell’Ires Cgil Veneto (Istituto per le ricerche economiche e sociali) sul sistema socio-sanitario regionale, un progetto di ricerca che accompagna la riforma della sanità veneta fin dal 2016.
IL VENETO. La fotografia che emerge dall’edizione 2020 della ricerca è di una riforma del sistema sanitario veneto, con la riduzione dei posti letto per acuzie e lo sviluppo della medicina territoriale, che si è sostanzialmente arrestata all’uscita degli ospedali.
– E’ stato attuato soltanto il 59% dei posti letto programmati nelle cosiddette “strutture intermedie” per post-acuzie, riabilitazioni e lungodegenze quali Ospedali di Comunità (ODC), Unità riabilitative territoriali (URT) ed Hospice. Da notare che tale programmazione era già in difetto rispetto ai fabbisogni standard fissati dalla Regione stessa.
– Il fondo per la non autosufficienza è capace di soddisfare non più del 70% delle richieste di residenzialità sanitaria assistita (RSA),
– L’assistenza domiciliare integrata (ADI) non arriva ad erogare a ciascun paziente nemmeno la metà delle ore erogate dalla media nazionale.
– Prosegue, inoltre, l’emorragia di medici di medicina generale.
Il contraccolpo di tale situazione determina una pressione degli accessi al Pronto Soccorso, con i codici bianchi in ascesa (+10% rispetto al 2017), e un allungamento della degenza media ospedaliera: 7,9 giorni vs 7,5 nazionale in reparti per acuti; 30 giorni vs i 22 nazionali per i ricoveri in lungodegenza, mentre per i pazienti ultra 65enni anni la degenza media è di 10 giorni contro gli 8,5 giorni della media nazionale (Osservasalute, 2019). La minore dotazione di personale medico, sempre con rispetto alla media nazionale è significativa per le strutture pubbliche o equiparate (19,2 vs 22,7 per 10.000 abitanti) e particolarmente vistosa per le private accreditate: di 5,2 vs 14,7 per 10 mila abotanti).
VERONA. Il territorio scaligero vede una vera e propria emergenza per quanto riguarda i medici di medicina generale: l’Ulss Scaligera spicca infatti con 110 zone carenti di medici di medicina generale su un totale veneto di 326 zone carenti. Un terzo delle zone scoperte del Veneto è dunque concentrato qui da noi. Inoltre si evidenziano 79 incarichi vacanti di continuità assistenziale su 415 totali, secondi soltanto alla marca trevigiana con 110 posti vacanti.