Alla presenza dei delegati e delle delegate delle strutture territoriali veronesi, del responsabile Welfare Spi Cgil Veneto Gino Ferraresso e della Vicepresidente della Commissione regionale Sanità Anna Maria Bigon, lo Spi Cgil Verona stamattina in sala conferenze del Payanini Center di Via San Marco a Verona ha svolto una ricognizione dei bisogni del territorio a cui sarà chiamata a rispondere la tanto attesa Legge Nazionale sulla Non Autosufficienza.
Un provvedimento, ha ricordato il segretario provinciale Spi Cgil Verona Adriano Filice, su cui il nostro Paese “è in ritardo di almeno 20 anni rispetto al resto dei Paesi avanzati europei”, vivendo il paradosso di disporre di un Fondo nazionale (e anche regionale) per la Non Autosufficienza – istituito nel 2006 dal Governo Prodi, azzerato nel 2011-2012 e poi ripristinato – senza tuttavia disporre di una legge che ne regoli le linee di intervento.
Le scadenze legate al Pnrr impongono ora a Governo e Parlamento di approvare la Legge entro il primo trimestre 2023. Per questa via, il Governo è tenuto a presentare il Disegno di Legge Delega entro la fine di questa estate.
La platea veneta dei non autosufficienti è stimata in circa 180 mila persone (la stragrande maggioranza seguite a casa, in ambito famigliare) su un totale di 1,14 milioni di anziani (il 16% degli over 65-enni, il 19% degli anziani compresi nella fascia di età 75-85 anni e il 20% degli over 85enni), ed è destinata ad ampliarsi per effetto dell’invecchiamento della popolazione. La condizione di non autosufficienza, infatti, non è altro che l’altra faccia delle cronicità e con una popolazione che invecchia rapidamente come quella veronese e veneta non c’è altro da fare che esercitare la cura e la prevenzione.
La Consigliera Anna Maria Bigon si è invece soffermata sulla carenza di personale medico e infermieristico: “Considerandol e attuali carenze quella dell’assistenza territoriale è una vera emergenza’’.