Verona, tempo di quarantena. E’ un momento difficile per tutti, ma per chi è più fragile lo è ancora di più. E’ così allora, che da una semplice idea condivisa sui social, nascono forme di solidarietà che nel loro piccolo offrono grande aiuto. Come quella di Emanuele.
“L’iniziativa è partita principalmente da me, ed è totalmente privata. Quello che faccio non ha nulla di speciale: offro una mano agli anziani (o chiunque ne abbia bisogno) del quartiere per andare a svolgere le commissioni che loro, dovendo restare in casa, non possono compiere. In questo periodo di quarantena, sono molte le persone che necessitano di aiuto e che non sanno su chi contare. Per questo motivo fare la spesa e consegnarla a casa, pagare una bolletta oppure andare in farmacia al posto loro a ritirare le medicine sono gesti molto preziosi.
Mi chiamo Emanuele Viotti e per passione gestisco una pagina Facebook di divulgazione storica, “Ad Maiora Vertite”. L’idea di dare una mano alle persone bisognose in questo periodo di difficoltà comune è nata ancora prima che fosse emanato il decreto dell’8 marzo, ma quando poi è entrata in vigore questa norma ho capito che dovevamo attivarci tutti per il bene degli altri. Inizialmente mi sono attivato per cercare associazioni che supportassero la mia proposta: restava infatti da capire se, a livello legale, quello che avevo intenzione di fare potesse essere legittimo. Ma una risposta non è arrivata da nessuno. Sia le associazioni religiose che quelle di volontariato più istituzionalizzate non hanno accolto il mio appello. Solo un’operatrice del numero 1500 mi ha incoraggiato, ma senza dirmi se avrei potuto farlo anche senza un’organizzazione strutturata alle spalle.
Così mi sono messo al lavoro lo stesso, raccogliendo altri volontari che come me volevano condividere piccoli gesti di altruismo. Abbiamo cominciato ad attaccare volantini in giro per il nostro quartiere, Veronetta, offrendoci come aiuto per svolgere piccole commissioni. La risposta è stata tempestiva: molti più bisognosi di quelli che mi aspettavo ci hanno subito cercato. A quel punto abbiamo allargato la proposta su Facebook, attraverso un post sulla pagina che gestisco, che ha follower da tutta Italia. Abbiamo deciso di chiamarla “i Lari di Ad Maiora Vertite”, perché i Lari erano considerati gli spiriti protettori degli antenati defunti che vegliano sul buon andamento della famiglia. Ed è così che questa iniziativa è partita anche in altre quattro città: a Bari, poi in un paesino in provincia di Reggio Calabria e in uno vicino a Bologna.
Non mi aspettavo di certo una risposta di questo tipo e sono molto contento della disponibilità e della solidarietà che ho trovato. Non sono soddisfatto, invece, dell’effimero riscontro delle istituzioni. Ci siamo sentiti abbandonati a noi stessi, ma questo non ha permesso di fermare la nostra voglia di offrirci per gli altri”.
Valentina Farina