Anche quest’anno, nel mese di giugno, è ritornato a Verona il “Green Village” spazio dedicato alle tematiche ambientali a cui è legato il concerto in Arena di Elisa. L’iniziativa, promossa attraverso lo slogan “Back to the Future”, è immaginata per offrire un’esperienza nuova e promuovere riflessioni su sostenibilità, cambiamenti climatici e giustizia sociale. L’intento è “smettere di metterci al centro” per focalizzare le nostre attenzioni sul Pianeta che ci ospita. Il viaggio della cantante triestina, dopo “Heroes Festival” del 2022, propone “An intimate Arena, Two night only” pensato per restituire al pubblico la magia dei concerti e, come spiega la stessa protagonista, “far interessare le persone alla sostenibilità con piccoli e continui gesti quotidiani”. L’esibizione, accompagnata da Dardust (musicista, arrangiatore, produttore discografico) e da “Sunset String Quintet”, celebra la bellezza del nostro anfiteatro grazie a sempre nuove sonorità e contaminazioni. Lo spettacolo, inaugurato con le note di “Dancing”, ha proposto vari brani della cantante (tra i quali “Promettimi”, “L’anima vola”, “Ancora qui”) e si è concluso con “The Best”, omaggio a Tina Turner recentemente scomparsa. Il “Green Village, coordinato da “Music Innovation Hub” e da “Puntoeacapo”, è un’esperienza fortemente voluta da Elisa “per mettere in campo un certo metodo nuovo di sostenibilità e per spingere il più possibile in quella direzione”. Oltre al concerto in Arena, molte attività collaterali hanno animato il progetto. Nei pressi del parco di Santa Toscana l’artista, nel ruolo di madrina ambientalista, ha simbolicamente piantato un albero per lanciare in modo tangibile la sfida “Forestiamo insieme l’Italia” e aprire il ricco programma di dibattiti, laboratori, performance, percorsi sensoriali, mostre e degustazioni. Tanti i temi trattati, dall’apiterapia (con indicazioni sull’uso dei prodotti dell’alveare per il benessere psicofisico), al consumo consapevole di cibo, dalla coesistenza rispettosa con altre forme di vita, all’uso creativo di materiali scartati, dalla moda sostenibile, allo yoga. Interessanti le esposizioni messe in scena quali “Opere Scart” (con sculture composte totalmente da materiali di recupero), “Avifauna” (con immagini legate alle biodiversità) e “Mondoapi” (con l’apiario del benessere). Non sono mancate le proposte per bimbe e bimbi con animazione, storie teatrali interattive e giochi di informazione sullo stile di vita sano. Confrontarsi diventa quindi un’occasione per riflettere sullo stato di salute della Terra scoprendo, anche grazie a una precisa simbologia, i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite che tengono conto di tre fondamentali dimensioni: ambiente, economia e società. La sostenibilità risulta essere un valore a cui prestare attenzione, da coltivare e comunicare in modo efficace. Le iniziative di questo filone sono in rapida diffusione nella vita di ogni giorno, nelle istituzioni, nelle imprese e visivamente mettono al centro il colore verde diventato ormai emblema di ecologia, rinascita e prontezza all’azione per la sua capacità di rinviare, con immediatezza, alla natura. Il “mondo green” chiede una comunicazione chiara e visibile (per essere leggibile e comprensibile), accurata e rilevante (per risultare capace di concentrarsi su aspetti realmente significativi), coerente e attendibile (accompagnata da dati scientifici). La narrazione visiva che ne deriva “colora di verde” molti progetti, in alcuni chiedendo il coraggio di scelte etiche, in altri ricorrendo al triste fenomeno del “greenwhashing”, una pennellata verde sfruttata come tendenza passeggera per far sembrare sostenibile ciò che in realtà è ben altro. Come ci dice Elisa serve una nuova consapevolezza e un forte segnale comune verso una visione capace di assicurare i nostri attuali bisogni senza compromettere quelli delle future generazioni. Una logica nella quale tutte e tutti “facciamo diventare la scelta green ordinaria e non straordinaria”.
Chiara Antonioli