Scatta il Giro numero 104, un fascino intatto anche al tempo del Covid. Un Giro speciale, che parte da Torino e attraverserà anche Verona, in quella che è già stata definita la “tappa di Dante”, da Ravenna a Verona, tappa per velocisti.
E allora, ecco subito, il pensiero corre a Elia Viviani, che parte in maglia Cofidis e va alla ricerca di qualcosa che sembra aver smarrito. Fiducia, convinzione in se stesso, fortuna. Chissà. Elia ci prova, “…certo, la tappa di Verona sarebbe perfetta”, osserva, senza guardare troppo in là.
Al suo fianco, anche il “fratellino” Attilio, un amico in più, un sostegno, anche morale, che di sicuro non gli deve dispiacere.
La pattuglia veronese allinea anche Davide Formolo, al quale si chiede qualche impresa, ma (forse) anche una presenza nell’alta classifica. Il dubbio è sempre quello, nel suo caso. Può reggere tre settimane, in una corsa così dura? Le qualità le ha, negli ultimi tempi è parso più adatto alle corse in linea, chissà che il Giro non lo riproponga anche nei panni dell’uomo di classifica.
Tra i velocisti, occhio a che a un nome d’arte, Riccardo Minali. Velocista, come papà Nicola. Un altro che pensa a Verona come a un traguardo dorato. “Sarebbe stupendo”, dice. I numeri li ha, a volte il salto di qualità arriva quando meno te l’aspetti. Il gruppo veronese, comprende anche Gabburo, Richeze ed Affini. Ragazzi in cerca di gloria, gambe buone sulle quali far correre i sogni. La corsa rosa ci ha visto spesso protagonisti di spicco. Da domani davanti allaTv, ci sarà un pezzo di cuore veronese.