Mai nella storia di Verona c’è stata una elezione amministrativa con i risultati più incerti. Dopo due elezioni con Flavio Tosi dato vincente secco, questa volta il ballottaggio è certo. E scoppia così la guerra dei sondaggi. Campagna elettorale è entrata nella sua fase calda con incontri, dibattiti in sale civiche, nei mercati, in sedi di associazioni e un po’ dovunque si è di fatto infiammata perchè l’esito del risultato non è sicuro per nessuno. I sondaggi veri o presunti, tengono banco. Molti di essi sono assai taroccati e rispecchiano il sogno di chi li sussurra. Forse la verità l’ha detta il sondaggista Masia. Verona è la più certa dei 25 capoluoghi di provincia che andranno al voto. Ecco allora che liste e candidati dovranno conquistarsi la fiducia dei cittadini casa per casa in una specie di battaglia di Stalingrado per scovare il consenso in ogni parte della città, in centro, in periferie, ovunque sia possibile. E una parte del leone, se si andrà al ballottaggio, lo faranno sicuramente le liste minori. Il vero problema sarà comunque che chi vincerà dovrà fare i conti con un consiglio comunale composto da una maggioranza che potrebbe essere assai poco coesa. In parole povere, dopo la conquista di Palazzo Barbieri, la battaglia si sposterà dentro.