L’Associazione Avvocato di Strada, che si occupa di fornire assistenza legale gratuita alle persone senza dimora, organizza una veglia per ricordare l’anniversario della morte di Olimpio Vianello.
Soprannominato ‘El Crea’, Olimpio era una persona molto conosciuta nel centro storico di Verona. Nato a Venezia, era un ex gondoliere che ormai non aveva più casa ed era solito passare la notte al riparo nel cortile dell’Ex Tribunale. É proprio lì, mentre dormiva sotto il porticato, che Olimpio Vianello venne ucciso la notte dell’8 dicembre 1990, picchiato selvaggiamente da un ragazzo di 18 anni, che si accanì su di lui senza alcuna ragione, lasciandolo agonizzante. Furono inutili i soccorsi. L’uomo ritenuto responsabile dell’omicidio di Olimpio sarà identificato solo nove anni dopo e condannato a 10 anni e mezzo di reclusione per omicidio volontario.
Su iniziativa di Avvocato di Strada, ad Olimpio Vianello è stata intitolata la cosiddetta via fittizia di Verona: l’elenco anagrafico che obbligatoriamente i Comuni devono istituire e che permette alle persone senza dimora che vivono stabilmente in città di essere registrate all’anagrafe comunale. L’iscrizione anagrafica non è infatti solo uno strumento di conteggio della popolazione, ma costituisce una vera e propria porta di ingresso a una serie di diritti sociali fondamentali. Così, la possibilità di ottenere la residenza in questo indirizzo virtuale permette a chi vive in strada di poter esercitare i propri diritti fondamentali e di accedere a servizi che diamo per scontati, come l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e l’accesso al welfare locale.
Per molti senza dimora, riottenere la residenza è il primo passo per allontanarsi da una condizione di marginalità e così Via Olimpio Vianello, che nella realtà non esiste, diventa importantissima per limitare l’esclusione sociale di chi una vera residenza non ce l’ha.
Quest’anno, a 31 anni dalla sua morte, L’Associazione Avvocato di Strada ha deciso di onorare il ricordo di Olimpio con una veglia il giorno 8 dicembre alle ore 18.00, in piazza Indipendenza a Verona, a pochi passi dal luogo dove fu barbaramente ucciso. Saranno letti degli stralci della sentenza del Tribunale di Verona di condanna dell’autore dell’omicidio e si accenderanno delle candele contro l’odio e l’indifferenza, per dare visibilità agli invisibili, agli emarginati e agli esclusi. Sono stati coinvolti anche gli studenti e le studentesse di alcune scuole superiori della città, a cui è stato condiviso un documento che racconta la tragica storia di Olimpio.
L’inivito è quello di portare una candela per illuminare la piazza. “Dove c’è luce anche gli invisibili ricominciano ad essere visti’’.
La notte dell’8 dicembre 1990, lo ricordiamo, un ragazzo allora diciottenne accompagnato da un amico, avendo visto il vecchio Olimpio dormire sotto i portici, gli si era avvicinato e aveva iniziato a prenderlo a calci. Mentre il Crea cercava di alzarsi, per proteggersi da quella violenza inaspettata, il ragazzo gli aveva sottratto lo zaino, pieno di oggetti metallici, e aveva iniziato a colpire Olimpio alla nuca, fino a ucciderlo.
L’autista dell’ambulanza che soccorse il vecchio senzatetto raccontò che quella notte nel cortile del Tribunale, aveva scambiato l’uomo ucciso per “un fagotto che poteva sembrare un cumulo di immondizie’’.
Una brutta pagina. “El Crea’’ ebbe giustizia solo 10 anni dopo.