E’ stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto prezzari firmato nei giorni scorsi dal Ministro della Transizione ecologica. Si tratta del decreto destinato a diventare il riferimento per tutte le asseverazioni di lavori di efficientamento energetico. Solo per gli interventi non ricompresi nelle sue tabelle sarà possibile utilizzare gli altri prezzari, come il Dei o gli elenchi regionali.
Un totale di 34 voci di spesa per cui è stato previsto un incremento lineare dei valori pari al 20% per tutti i casi, con la sola eccezione dei cappotti termici nelle zone più fredde, per i quali è prevista una crescita del 30% rispetto agli importi del 2020.
E soprattutto trova conferma l’elemento più atteso dalle imprese: i costi esposti in tabella si considerano al netto di Iva, prestazioni professionali, opere relative alla installazione e manodopera per la messa in opera dei beni, che restano, quindi, fuori dai massimali.
E’ stata prevista una fase transitoria di trenta giorni per l’entrata in vigore, durante la quale chi vuole disapplicare i nuovi prezzi avrà la possibilità di presentare un titolo edilizio.
Se, in linea generale, i livelli di prezzo inseriti nelle nuove tabelle non dovrebbero portare problemi particolari, non si può escludere che su qualche singola lavorazione ci siano delle difficoltà.
Per evitare disallineamenti tra i computi metrici e le successive asseverazioni, allora, è bene decidere adesso se non sia opportuno congelare tutto con la presentazione di una Cilas. In quel caso, si potrà ricadere nella vecchia disciplina, ignorando le nuove tabelle. Anche se non si può escludere che, all’opposto, possa convenire addirittura fare il contrario, cioè usare i nuovi parametri: in qualche caso potrebbero essere più convenienti. Sarà utile, insomma, fare bene i calcoli.
Questo decreto troverà applicazione per le asseverazioni legate al superbonus e per quelle dei bonus minori, ad esclusione di tutti i piccoli interventi (inferiori a € 10.000) e quelli in edilizia libera.
Dall’analisi della nuova tabella si vede che sono stati tagliati dagli elenchi gli interventi di installazione di impianti fotovoltaici, di sistemi di accumulo dell’energia elettrica e di colonnine di ricarica di veicoli elettrici, per i quali si continuerà a fare riferimento ai limiti di spesa fissati dal decreto Rilancio.
Tali novità interessano più da vicino coloro che sono ancora in mezzo al guado: si tratta delle migliaia di condomìni che sono ancora lontani dal presentare una Cilas e non riusciranno a farlo nei prossimi trenta giorni. Gli amministratori dovranno convocare imprese e professionisti tecnici per far quadrare i conti dei capitolati già approvati e, come spesso capiterà, rifarli e convocare nuovamente l’assemblea per approvarli nuovamente.
E anche nei rapporti con le banche si tratterà di ritarare importi e tempi, soprattutto in considerazione delle modifiche in corso al Dl Sostegni Ter. Mentre, infatti, sono allo studio le modifiche che faranno tornare sul mercato le cessioni dei crediti multiple, è scaduta la fase transitoria dell’articolo 28 del Dl Sostegni ter (prorogata dall’agenzia delle Entrate) e, a partire dal 17 febbraio, è diventata pienamente operativa la norma che impedisce di trasferire i crediti più di una volta. Non è la sola data chiave delle prossime settimane: il 7 aprile, infatti, scade anche la comunicazione delle opzioni di cessione relative alle spese 2021 (e ai residui 2020) e cinque giorni prima andrà trasmessa l’asseverazione all’Enea.
Marco Vantini