Effetto… Nomine. Così la Lega ha dato fuoco alle polveri La tregua politica (c’è mai stata?) è già finita. Al via il valzer delle nomine, per primo il Consorzio Zai, che può dare il via a un “effetto domino” pericoloso per il quieto vivere: ecco quello che può accadere dopo la quasi certa conferma di Gasparato (A PAG. 2)

foto Udali

Neanche il tempo di rientrare dalle vacanze, la “battaglia” è già ricominciata. La tregua di Ferragosto è già un ricordo. In prima fila, la Lega, cui comincia a stare stretto un ruolo di primo piano (questo c’è), ma senza grandi incarichi. E allora, ecco l’uscita (la prima) di Federico Bricolo, capofila della Lega a Verona, l’uomo destinato a guidare il partito verso la scadenza elettorale del 2022.
Bricolo ha messo parecchi puntini sulle i, a cominciare dalla candidatura-Sboarina, “sollecitato a un cambio di rotta, a condividere le scelte più importanti. Non sempre è avvenuto” ha osservato Bricolo, alludendo, in particolare, “al suo passaggio a Fratelli d’Italia, di cui noi non sapevamo nulla”.
Ma la stessa Lega, ovvio, chiede di entrare nel valzer delle poltrone, che oggi stanno per essere rinnovate. In questo senso, occhio al Consorzio Zai, che entro il 9 settembre deve designare l’erede di Matteo Gasparato, leader di Verona Domani, “squadra” pigliatutto, se è vero che può contare, tra glialtri, anche su Agsm (Casali) e Amia (Tacchella).
Il probabile sostituto di Gasparato, in realtà, è proprio…Gasparato, che non dovrebbe avere problemi a ottenere i voti di Comune e Camera di Commercio (6 sono sufficienti per restare ai vertici del Consorzio), mentre la Provincia, guidata dal leghista Scalzotto, potrebbe “deviare” le preferenze su un candidato dei suoi.
Tra le voci insistenti, possibile che Verona Domani, una volta incassato l’ok per Gasparato, potrebbe rinunciare a qualche poltrona. Non è da escludere che il “sacrificato”, per ragioni di squadra, possa essere Tacchella, oggi numero 1 dell’Amia. In questo caso, spazio a un nome leghista.
Insomma, la quiete (apparente), prima della tempesta. Mentre, ovviamente, cercano di smuovere le acque gli uomini della minoranza.
“Ogni qual volta si preannuncia il rinnovo dei consigli di amministrazione di società ed enti a partecipazione pubblica, si scatenano le lotte per la conquista di ‘un posto al sole’.
In queste occasioni a nulla valgono competenze, titoli di studio ed esperienza dei settori specifici, contano sempre e soltanto l’appartenenza e la lealtà verso uno o l’altro capetto locale di partito”, scrivono Lorenzo Dalai e Giorgio Pasetto (+ Europa).
“E’ infatti sufficiente leggere il curriculum dei candidati per rendersi conto che, salvo rare eccezioni, in nessuna azienda privata troverebbero posti di responsabilità e di prestigio, visto che mancano di quasi tutti i titoli specifici attinenti all’oggetto dei settori dove operano le partecipate del Comune e della provincia di Verona”
“Quando scatta il rinnovo del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Zai si scatena lo scontro nella maggioranza per le nomine. Si sono già accese lotte intestine tra la Lega e Verona Domani”, sottolinea invece Bertucco (Verona e Sinistra in Comune).
“Ma perché tutti vogliono essere nominati nel Consorzio Zai? Perché il Consorzio Zai è un luogo incantato dove tutti vivono in armonia e dove gli amici non vengono mai dimenticati. Le uniche cose che passano di mente sono le promesse di riforma, di riduzione dei costi e di razionalizzazione”.
Red.