La media dei rifiuti pro capite annui resta a quota 500 kg, la raccolta differenziata sempre attorno al 50%, verde e piste ciclabile non fanno progressi, l’inquinamento da ozono in estate e da polveri sottili nel resto dell’anno è sempre ai massimi livelli. Nella nuova rilevazione Ecosistema urbano 2021 di Legambiente Verona sale di un solo posto, dal 70° al 69° confermandosi una città ferma su tutti i principali parametri ambientali.
“Se escludiamo le città del Sud, che fanno storia a sè- dice Michele Bertucco consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune-, Verona spicca tra le peggiori città medio-grandi del centro-nord per inquinamento; dispersione della rete idrica; efficienza della depurazione. Continuiamo a produrre troppi rifiuti mentre il nostro tasso di raccolta differenziata, inchiodato al 50%, è stato superato anche da una metropoli come Milano che è al 58%. Resta altissimo il tasso di motorizzazione mentre il verde pubblico si fa sempre di più attendere.
Risultati deludenti- aggiunge- che sono la logica conseguenza della mancata predisposizione e attuazione della necessaria programmazione: Pums (mobilità) e Paesc (energia) non sono ancora arrivato in Consiglio. L’amministrazione si è rifiutata di correggere il Pat (Piano di assetto del territorio) della giunta Tosi sebbene fosse palesemente sballato. Dopo l’approvazione del regolamento del verde (pronto dal 2007) l’amministrazione si è “seduta” mentre avrebbe dovuto proseguire con la progettazione del Piano del Verde. Sui rifiuti è incapace di raggiungere gli standard previsti dalla Regione Veneto, che nelle ipotesi del nuovo piano regionale indica come obiettivo per i Comuni il raggiungimento dell’84% di raccolta differenziata entro il 2030.
Come nelle precedenti amministrazioni Tosi- conclude- anche l’amministrazione Sboarina è stata incapace di dare risposte sul piano delle politiche ambientali con ovvie conseguenze sulla qualità della vita dei quartieri e dei cittadini, come dimostra anche l’indice riguardante le vittime della strada.