Sono oltre 18mila le imprese femminili attive nei servizi, nel commercio e nell’agricoltura. la loro crescita è pari all’1,4 per cento. Le manager in azienda, assicura Rita Carisano, direttore generale di Confindustria Verona, sono cambiate tanto quanto i colleghi uomini. «Gli imprenditori hanno riscoperto il loro ruolo nella società – dice – e amano più di prima confrontarsi tra loro». Guai a farne una questione tra sessi. «Sono una donna in un mondo di uomini? Non mi sono mai posta il problema – sottolinea -. Dobbiamo misurarci sui contenuti. Se per il tuo interlocutore è un problema che tu sia donna, il problema è dell’interlocutore». Certo, una cosa è pronta ad ammetterla: «Conciliare vita professionale e familiare è molto faticoso, noi donne siamo dei gran giocolieri. Bisogna imparare a gestire tutto, come si puliscono i carciofi: foglia per foglia». Si rammarica di un dato: a cinque anni dalla laurea il salario degli uomini supera del 30 per cento quello delle donne. Incomprensibile, oltre che iniquo, per una donna indipendente e impegnata nel lavoro come lei, membro del cda dell’aeroporto Catullo e del Collegio Sindacale della Fondazione Campiello. Carisano si è raccontata martedì sera nell’incontro “Donne in Simposio”, tenutosi a Villa Quaranta. Milanese per nascita, romana di adozione, sposata e madre di Orsetta, Carisano è approdata a Verona nel 2006 per dirigere l’associazione veronese degli industriali. «Il trasferimento da Roma a Verona è stato complicato, – dice Carisano – ma la mia famiglia mi ha supportata e nella vostra città sono stata accolta bene. L’inizio è stato impegnativo tra ristrutturazione e rilancio dell’associazione». Di lì a poco inizia la crisi. «I momenti duri ci sono stati. A Verona ho trovato aziende meravigliose e un tessuto imprenditoriale incredibile». L’apertura al cambiamento però rimane fondamentale. «Per un’organizzazione come la nostra – conclude Carisano – non è mai una magia, ma una strategia precisa. Devi avere una visione e convincere gli altri a seguirti».